martedì 9 dicembre 2014

E anche quest'anno il cliente natalizio è tra noi! Quali affascinanti tipologie di clienti tipicamente natalizi infestano la libreria stavolta? Rateizzatori, furetti, sperduti e amanti delle liste!

Questa oscena moda degli alberi fatti da libri deve finire.
 Natale is coming! 
 Le librerie e i negozi iniziano a riempirsi di clienti sciamanti e in cerca di libri. Regalare un libro a Natale è una cosa maravigliosa che peraltro può risolvere un sacco di situazioni, si può regalare un libro per gratitudine, un per dire love, ma anche uno per vendicarsi (e verrete da me aiutati nei prossimi giorni al riguardo).
 Tuttavia la crescita esponenziale di clienti in libreria in codesto periodo dell'anno permette di vedere esemplari fatati generalmente abituati a sciamare altrove.  
 Già l'anno scorso avevo fatto due brevi elenchi delle tipologie di cliente natalizio ("Il cliente natalizio" e "L'appendice al cliente natalizio") che amano trastullarsi tra gli scaffali in cerca del libro giusto da poter regalare, raramente con cognizione di causa.
 Poiché la varietà umana non ha limiti né confini, anche quest'anno ecco a voi un primo grazioso elenco, che ha sempre la possibilità di arricchirsi nei giorni, il 25 è mooooolto lontano.

IL CLIENTE CHE PARLA A RATE:
 Certe volte fare il libraio è un po' come essere Dottor House. I pazienti ti dicono le cose a rate perché non vogliono ammettere la verità ("Sì un livido" "Sì me lo sono procurato dondolando" "Dal soffitto" "mentre facevo sesso" "con un procione", ammissione che avviene solo quando ormai si è in fin di vita), e posso anche capirlo, ma mi sfugge seriamente perché in libreria bisogna estrarre le informazioni al cliente con le tenaglie.
Lo sguardo dei clienti in attesa mentre uno prima di loro ci
mette ore ad esprimere un concetto
 La scena tipo vede arrivare il cliente e chiederti: "Cerco un libro di psicologia", tu cerchi di circoscrivere il campo, ma lui dice di non avere idea di cosa cerchi. 
 Lo porti nel settore e allora mentre stai per tornare a servire altri clienti ammette: "In realtà ho un titolo". Torni al computer consulti il catalogo e no, il titolo non c'è, pensi stia per andare via, ma dice: "Ah, in realtà ho un altro titolo", lo trovi, glielo dai e ammette "Però in effetti non mi interessava, mi interessa più un terzo titolo". 
Intanto gli altri clienti lo fissano come furetti assassini nella notte.
 La variante è il cliente che arriva, chiede un libro, glielo trovi e te ne chiede un altro, glielo trovi e ne aggiunge un altro. A quel punto, onde evitare di scavare solchi sul pavimento a furia di fare avanti e indietro vedendo la fil,a natalizia crescere, lo implori di dirti tutti i titoli tutti insieme. Tendenzialmente egli si inalbera, non ho mai capito perché, come se fare un solo giro per ricevere i libri fosse inaccettabile e gli togliesse il gusto di essere servito. La spiegazione del risparmio di tempo convince pochi di loro, i più ti fissano torvi, come se non volessi lavorare.

IL CLIENTE CON LA LISTA STERMINATA: 
Esempio di disagio grafologico provato dai librai
quotidianamente
E' un cliente che infesta la libreria durante tutto l'anno, specialmente sotto le sessioni d'esame, quando pretende che tu gli recuperi venti libri di cui la metà fuori commercio e l'altra metà pubblicati da case editrici locali senza distributore, in 24 ore e senza costi aggiuntivi. Tuttavia, sotto Natale, egli vede un'implosione considerevole. 
 Lo vedi aspettare pazientemente il suo turno per poi sfoderare un foglio protocollo A4 vergato a penna in una grafia incomprensibile e mettertelo sotto il naso dicendo: "Mi servono questi libri". 
 Ora, questa di non abbassarsi neanche a pronunciare il titolo del libro cercato pretendendo che in un attimo di sublimazione paleografica il libraio sia costretto a decriptare calligrafie da denuncia, è una nuova moda che non sopporto (penso che ci si possa sprecare a pronunciare titolo e autore), ma in generale, come si può pretendere che un libraio con quindici persone in fila stia lì a indovinare la differenza tra una esse e una effe scritta male? Il cliente con la lista sterminata generalmente ha bisogno di venti libri per fare venti regali diversi e non si rassegna al fatto che essi siano in punti diversi della libreria. Indignato, ammette di aver cercato per tre secondi, ma di non aver capito l'ordine alfabetico da dove comincia. 
 Se, come avviene sempre, non trova i libri che gli servono disserta alla disperata ricerca di un'alternativa, implora che si chiamino altri punti vendita, non prevedendo che in un sabato pomeriggio di dicembre i colleghi potrebbero essere in altre faccende affaccendate (tipo servire degli altri maniaci delle liste), invocano ordini e soprattutto promettono di tornare con un'altra lista...

IL CLIENTE CHE NON TI PRESTA ATTENZIONE:
Facile da riconoscere grazie a queste due esatte espressioni
Mai compreso, a Natale diventa particolarmente molesto e ancor meno comprensibile. 
  Il cliente che non ti presta attenzione fa la fila, spesso trafelato come se due secondi dopo dovesse correre a compiere un'operazione a cuore aperto, soffre di un improvviso calo di attenzione non appena il libraio gli rivolge parola.
 Non sa perché sia lì, chiede indicazioni su come arrivare ad uno scaffale o a un settore e ti fissa muto mentre cerchi di spiegarti chiaramente: "In fondo a sinistra!" "Come ha detto? In fondo a destra?". Tale cliente può anche avere una sorta di attenzione selettiva, ossia ascolta esattamente solo quello che più gli aggrada: "Non ho il libro che mi chiede, risulta fuori commercio", "Bene, me lo ordini", è la risposta più comune. I successivi tentativi di spiegazione si svolgono in un infruttuoso italiano che sembra non essere la lingua madre del perplesso interlocutore. Sotto Natale la difficoltosa comunicazione con codesto cliente è particolarmente molesta per la mancanza di tempo: diventa difficile mantenere l'autocontrollo quando si spiega per la diciannovesima volta con la coda che un libro che non è ancora uscito non può essere venduto.

QUELLO CHE ENTRA IN LIBRERIA SOLO A NATALE:
La faccia del cliente che entra in libreria solo a Natale è quasi identica
 Esperti come un dromedario nell'artico, il cliente che entra in libreria solo a Natale si guarda attorno guardingo, come se rischiasse un'aggressione da un momento all'altro.
  Dopo aver molestato i cassieri chiedendogli lumi mentre essi cercano di battere cinque scontrini al minuto, entrano dichiarando "Ho bisogno di un'informazione", cercando di assalire il primo libraio che vedono, incurante delle file ai punti informazione.
  Quando scoprono che anche in libreria vige la pratica della fila, si dibattono come anguille nel disperato tentativo di comprendere da soli cosa fare e dove andare, ma scoprono con sommo orrore che i libri di cucina non sono mescolati a quelli fantasy, cosa stupefacente che, unita all'improvviso analfabetismo che li rende incapaci di leggere i cartelli, rende vano il loro tentativo di cavarsela. 
 Sconcertati, e soprattutto prova provata del fatto che se l'essere umano si ritrovasse di nuovo a vivere in condizioni primitive morirebbe subito per scarsa perspicacia, attendono che un libraio li aiuti. Tendenzialmente dichiarano di non entrare mai in libreria, tipo referenza, poi dicono di aver tanto sentito parlare di un libro che vorrebbero regalare. Solitamente sono libri di cucina o di sport, non è che si vada molto lontano. I dubbi sullo strano oggetto libro continuano quando se lo ritrovano in mano: dov'è il prezzo? Ma è quello scritto o è un altro? E non possono avere un'edizione economica di un libro uscito tre giorni prima? Come fa un libro a costare così tanto? Inermi, vagano verso la cassa sperando in cuor loro che l'uscita sia gioiosa e di non dover tornare mai più.

Avete suggerimenti per altri clienti? Vi riconoscete in qualcuno di essi?

5 commenti:

  1. Io ne ho uno particolarissimo: il tirchio che vuole il pacchetto regalo, ma senza passare per il banchetto con le iniziative di beneficienza. Lo so perché io, pur vergognandomene, sono una di quelli, e infatti non metto più piede in libreria durante le feste (praticamente il servizio pacchetti che durante tutto l'anno è gratis viene sostituito dai volontari di associazioni stimabilissime, che però devi giustamente ricompensare). Io, dopo aver fatto il conto dei centesimi che risparmierò grazie alla tessera fedeltà non ho voglia di dovere pagare un extra. Dici, perché non ti fai tu il pacchetto? Perché è facile che un libro dia l'impressione di essere riciclato, con la carta della libreria invece no.

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    1. Eh lo so, ma fare i pacchetti in cassa come al solito durante le festività è impossibile a livello di tempo. Io generalmente compro il materiale a parte perché mi diverto a impacchettare, anche se viene una pecionata (leggesi: una schifezza). Però vabbeh, le rare volte che mi devo far fare un pacchetto da un'associazione di beneficenza qualche soldo lo do, anche perché tutti i giorni vedo scene pietose: gente ingioiellata, impellicciata e scarpettata che sembra morire per 20 cent dati per fare un pacchetto. Mi pare di stare ne "Il canto di Natale" (non mi riferisco ai presenti ovviamente ;) ).

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  2. Uno dei motivi per cui si aspetta il Natale è trovare questi tuoi post. Mi sono riletta con sommo divertimento quelli dell'anno scorso e spero che avrai il tempo di scriverne altri.
    Quest'anno però ho ordinato tutto on line...

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  3. Io invece sono il tipo di cliente che non vuole nessun aiuto: se il libraio (o chi per lui) si avvicina per consigliarmi un libro a suo dire strabiliante, io lo guardo con profondo odio. A me piace girovagare e fare tutto da sola (tranne i pacchetti perché sono proprio negata)

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  4. Non so se lavori per una catena, ma c'è la losca figura dell'uomo della sorveglianza e dell'allarme antitaccheggio che suona ogni minuto sotto Natale. In quei giorni c'è una folla immane che entra in libreria in quel preciso periodo dell'anno, come un rito da ripetere pena la morte, che gira guardando le copertine, non prende manco un libro in mano, viene attratto dal merchandise che di solito è vicino alle casse, creando ingorghi pazzeschi.
    Io, l'essere dei regali all'ultimo momento, li odio, perché, andando di fretta, finisce che non capisco chi è in coda per pagare e chi semplicemente staziona, manco fosse una via crucis. Poi si rischia la rissa natalizia del "c'ero prima io".

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