Come sa chi segue questo blog e i miei social da tempo, ho una vera e incontrollata passione per Halloween.
Non sono una che si appassiona mai a nessuna festa, ma l'estetica di Ognissanti, unita al fatto che capita nel mio mese preferito dell'anno (e nella mia stagione preferita, per me dovrebbe sempre essere autunno), unita alla mia passione per la narrativa di genere, creano una specie di cortocircuito mentale che mi fa diventare una di quelle che fa il countodown tutto l'anno come le folli che aspettano il Natale dopo da santo Stefano.
Direte "Hai poco a cui pensare", dirò io "Qualcosa tocca pur fare per rendere la vita meno amara e monotona". E poi ognuno ha le sue passioni.
Pur tuttavia, attendere per 12 mesi filati un unico mese e un'unica notte è un po' frustrante, così quando ho scoperto l'esistenza della notte di Valpurga ho pensato potesse essere un'ottima scusa per tirare fuori zucche, scope e ragnatele anche solo per una notte.
Cos'è vi chiederete voi?
La notte di Valpurga è quella precisamente a cavallo tra il 30 aprile e il primo Maggio e, secondo il folklore tedesco e scandinavo, era la notte in cui le streghe si davano a sabba sfrenati.
Tuttavia, prende il nome da una santa (ebbene sì, santa Valpurga) sepolta in Baviera il cui sarcofago trasuda tuttora uno strano liquido, chiamato "Olio di santa Valpurga", che avrebbe poteri taumaturgici e che le suore imbottigliano e vendono ai fedeli.
Immagino che il miracolo sia non beccarsi la peste.
In ogni caso, quest'anno la festa a tema stregonesco capita a doppio fagiolo visto che sono completamente drogata di "Sabrina vita da strega" (mi sono anche pentita di non aver pensato prima che avrei potuto dedicarmi a una festa a tema horror anni '80, ma ad Halloween recupererò).
Se anche voi volete seguirmi nella mia follia, ecco alcuni consigli libreschi a tema!
Loputyn:
Se non conoscete la fenomenale Loputyn, al secolo Jessica Cioffi, dovete recuperare subito.
Una fumettista e illustratrice che, a mio parere, ha avuto una crescita artistica straordinaria in pochissimo tempo.
Da ingessati fumetti vittoriani da Gothic Lolita, (anche la sua estetica personale è molto sul genere) ha trovato la sua via in un mondo popolato da streghette che incarnano perfettamente l'archetipo del femminino, potente, incomprensibile, selvaggio e consapevole.
Le sue giovani streghe vivono a contatto con la natura, non hanno paura del sangue (neanche del proprio, specialmente durante la luna), sono giovani e sensuali, si amano tra loro e tuttavia amano misteriosi ragazzi lupo, alla luce della luna. Il loro è un mondo davvero strabiliante.
Di primo acchito il tutto appare come la fantasia di una fanciulla innocente amante della natura selvaggia e diventa in pochissimo tempo un'allegoria delle forze selvagge e incomprensibili (in parte, quindi, magiche) che governano gli istinti umani.
Il tratto, soprattutto nella sua ultima opera, la più riuscita, "Francis" è spaventosamente maturato (cercatevi i suoi acquarelli su instagram, sono spettacolari) e la trama, anche se sembra esile, ha una sua originale potenza.
In cima al monte Orfano, la giovane Metillia, è tutto, tranne che una brava strega apprendista: invece di prepararsi al suo ultimo esame da strega, perde tempo, non studia e sa già che non ce la farà.
Tuttavia l'ultima notte prima della grande prova incontra Francis, uno spiritello che ora è volpe, ora un ragazzo volpe, ora altro.
No, non è la storia di Cenerentola coi topini che risolvono tutto, ma una fiaba gotica dai contorni sinistri, meravigliosamente disegnata. Leggere per credere.
No, non è la storia di Cenerentola coi topini che risolvono tutto, ma una fiaba gotica dai contorni sinistri, meravigliosamente disegnata. Leggere per credere.
E seguitela sui suoi profili social, pubblica illustrazioni SPETTACOLARI.
La figlia di Dracula di Bram Stoker:
Il racconto che mi ha svelato l'esistenza della notte di Valpurga era contenuto in una raccolta che ho comprato da Bloodbuster, una cineteca/libreria di genere in Via Casati a Milano.
Si intitola "A cinema col mostro" e raccoglie un mucchio di chicche da cui sono stati tratti film horror (avevo anche scritto un post all'epoca).
Tra di loro, quando lo lessi, spuntò "La figlia di Dracula", (titolo originale "L'invitato di Dracula", ed è così che si trova ora in alcune raccolte) ed è un capitolo espunto del "Dracula" di Bram Stoker in cui il protagonista, Harker, è una sorta di protoeroina vergine e rincoglionita tipica degli Slasher.
E' il giorno prima della notte di Valpurga e l'ignaro e sempre felicione Harker, se ne va a spasso per la campagna tedesca, tutto contento perché è bel tempo e lui può fare una scampagnata.
Tutti, davvero TUTTI gli dicono di tornarsene a casa perché presto calerà la spaventosa notte di Valpurga, quella in cui il diavolo esce, le streghe corrono sulle loro scope e "i morti viaggiano in fretta".
Ma niente, incurante come un'adolescente americana bionda e vergine qualunque, lui continua nella sua gita avventata.
Ad un tratto vede addirittura un sentiero che porta a un villaggio disabitato da quando gli abitanti avevano iniziato a notare strani cadaveri che rimanevano intatti e anche ben rosei e pasciuti nelle loro tombe. Beh! Perché non andare a dare un'occhiata? Rischierà di finire molto male.
Scritto benissimo, involontario capostipite di un genere che adesso è appannaggio solo di ragazzine che devono rimettere a posto la morale americana.
Molto meglio i sogni gotici e spaventosi di fine '800, così trasgressivi e immorali.
La signora del gioco di Luisa Muraro ed. La Tartaruga:
Prima che la Muraro finisse la sua parabola nelle tristi polemiche sulla gpa, ebbe il merito di mostrarci la storia da un punto di vista femminile, all'epoca, il 1976, concetto completamente rivoluzionario.
La signora del gioco fa parte di questa sua produzione da recuperare: racconta i processi per stregoneria cercando di scavare attraverso uno studio meticoloso delle fonti storiche, nella vita, nelle credenze, nell'anima delle donne che gli uomini distrussero con la scusa del demonio.
Se i documenti sono scritti infatti dagli inquisitori o chi per loro, la voce delle donne rimane comunque visibile, nelle confessioni a lungo autobiografiche, nelle fantasie estorte come confessioni che attingono a un immaginario popolare pagano che il cattolicesimo non riusciva a estirpare.
La stessa signora del titolo è un'immaginaria creatura, una sorta di grande dea, che ricorre nei racconti di queste donne vittime di una delle più enormi, spaventosi e violente campagne di repressione e oppressione del regime patriarcale.
Tutto ciò che veniva considerato malvagio e pericoloso nel femminile, la sessualità percepita come autodeterminazione e piacere, il sapere, il carisma, la stessa volontà di resistere alle insidie e alle richieste da parte dell'uomo dominatore e padrone assoluto, doveva essere estirpato alla radice.
Morirono a migliaia, dopo indicibili torture, ma la loro voce resta nei documenti, basta cercarla.
A tal proposito è un interessante documento la confessione di Madeleine Bavent che fu al centro di un caso di possessione collettiva in un convento francese all'inizio del 1600.
La sua confessione racconta una storia di umanissimi abusi che prendono la forma di demoni dell'inferno con una vittima che viene fatta passare per complice consenziente.
E conosciamo tutte benissimo questa storia, incredibilmente contemporanea che non troviamo il modo di estirpare.
La confessione si può trovare in Italia edita da Clichy con testo a fronte in francese "La strega. Una storia vera" di Madeleine Bavent.
Una notte sul Monte Calvo:
Per la serie c'è sempre una prima volta, ecco la recensione di una sinfonia: "Una notte sul monte Fato" di Musorskji in cui un giovane sogna un sabba sfrenato di streghe e demoni interrotto dalle campane di una chiesa che l risvegliano, in preda al terrore.
Poiché non ho praticamente nessuna competenza musicale posso solo raccontare i ricordi che sono curiosamente legati a questa sinfonia.
La mia professoressa di musica delle medie, nei numerosi e disperati tentativi di inculcarci un po' di cultura musicale (più volte raccontati in questo blog, segno che qualcosa quella povera donna è riuscita a ottenere) ci fece ascoltare fino alla nausea questo curioso componimento.
Non so dire perché fosse così fissata, posso solo pensare fosse colpa del film "Fantasia", un altro suo cavallo di battaglia che ci fece vedere più volte.
Ricordo come lo trovassi un film strano e anche parecchio inquietante, non capivo bene quello che, probabilmente rivisto da adulta, mi apparirebbe come una sorta di curioso avanguardismo.
Credo immaginasse che un cartone animato potesse entrare nelle nostre teste di rapa e che ancor meglio potesse funzionare la parte più spaventosa, ma non tenne conto dell'oscuro terrore che quel film ci incuteva.
"Una notte sul monte Calvo" fu infatti il colpo di grazia. L'ascoltammo allo sfinimento e divenne seconda nel nostro personale odio solo a "La primavera" di Stravinskji che non dovevamo solo ascoltare ma ANCHE vedere in un balletto di uomini semiprimitivi che all'epoca ci sembrava noiosamente ridicolo.
Ebbene, la notte di Valpurga è il giorno adatto per la vendetta dell'insegnante di musica: "Una notte sul Monte Calvo" risuonerà tra le stanze della mia piccola casa quale colonna sonora, anche le streghe viaggiano veloci.
E voi avete stregoneschi suggerimenti?? Intanto gli impasti per i dolci sono pronti!
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