Volevo scrivere la
recensione al piccolo libro per piccolo tragitto, ma slitta a domani
causa stanchezza molesta. Questa sera mi dedicherò al
nobile argomento dei momenti imbarazzanti che si verificano in
libreria.
Nessuno come Manuela Arcuri sa meglio esprimere il concetto di imbarazzo. |
L'idea mi è
venuta l'altro giorno, quando una coppia di sciuri (esemplare di
sciura femmina con marito cotonato annesso), mi hanno chiesto un
libro, io non l'ho trovato e dopo essermi scusata sono tornata a
sistemare i libri di rifornimento. D'un tratto, mentre cercavo di
fare spazio nella lettera G, li sento tubare e insultarmi.
“Quella deficiente
non ha neanche capito che cosa cercavamo” “Provo a vedere io,
aveva una faccia da cretina.” “Ti ricordi com'era la copertina?”
“Boh, la scema ha detto rossa.”
Accidentalmente lo
sciuro si è voltato e ha incrociato il mio sguardo attonito.
Preso da straordinaria freddezza non ha fatto una piega e mi ha
detto, “Ci scusi, stiamo ancora cercando il libro, non è che
può aiutarci?”.
Io al posto loro mi
sarei seppellita, invece non li ho visti fare una piega. Li ho quasi
ammirati.
Ma quali sono le
(ig)nobili situazioni di imbarazzo più frequenti che si
verificano in quel popoloso luogo che è una grande libreria?
LA MANCATA AGNIZIONE:
Essa è tra le
cause più frequenti di imbarazzo e può declinarsi in
varie forme.
C'è la mancata
agnizione tra clienti: Vedi uno che corre incontro ad un altro e
l'altro dipingersi in faccia un “E tu chi caxxo sei?” grosso come
una capanna. Ne segue in genere una conversazione surreale tra il
riconoscitore che si cimenta nella parte dell'amicone col boccale di
birra in mano e il riconosciuto che fa di tutto per carpire il nome
di battesimo dell'altro e risalire alla sua identità.
La mancata agnizione
tra il libraio e lo scrittore: Nel mio caso specifico capita pure
quando alle presentazioni si presenta qualcuno di conosciuto.
Probabilmente sul luogo di lavoro io disinnesco le mie capacità
fisiognomiche e non riconoscerei neanche mia nonna. In genere mi
prendono per strana, gli scrittori invece se la prendono. Tuttavia le
scene peggiori sono quando uno scrittore (in genere in erba) viene
chiedendo mysteriosamente info sul suo libro e tu magari ti lasci
andare a qualche sarcastico commento. “Oh, la storia di un cane e
un ufo che cadono su marte e sopravvivono nutrendosi di litio e
gatti. Ma chi può aver partorito una cosa del genere?”. Ecco
quell'unica volta che vi lascerete andare a tale commento, l'autore
sarà lì davanti a voi.
La mancata agnizione
tra il libraio e il parente di uno dei suoi colleghi: Situazione
pericolosissima specialmente se il parente cerca di carpire da te
delle informazioni. Le madri dei colleghi maschi sono inquietanti,
giungono e sibilline ti chiedono dov'è il caro ragazzo che
lavora lì, poi ti tempestano di domande su come sia e non sia,
lavori, corra, splenda. Pare una stupidaggine, ma un giorno cantai
alla madre di un mio collega in piena tresca che lui quel giorno era
a pranzo con la presunta amante. Non sapevo niente di nessuno, tanto
meno l'identità della vecchia. Mi odiarono tutti. Nel
dubbio, ora. quando uno sconosciuto mi chiede come e quando lavora un
certo collega ignoro la domanda e prendo tutti per papabili stalker.
LA SPUTTANATIO:
E' il caso citato in
principio, ossia l'infelice momento in cui ti trovi a parlar male di
qualcuno e quel qualcuno è dietro di te. Ci sono i clienti
che insultano il libraio definendolo un decerebrato salvo trovarselo
dietro, il collega sempre sorridente e politicamente corretto che fa
la battuta da caserma su gay convinto che tu non sia dietro lo
scaffale. Quello lecchinante che, pensando di essere solo con te
sull'intero piano, si lascia andare a sarcastici commenti sui grandi
capi salvo trovarsene uno dietro la schiena pronto a fargli “Bu!”
(realmente accaduto, divenne bianco e rosso e di nuovo bianco,
peraltro mi odiò perché convinto che sordidamente
avessi taciuto la presenza del capo per mio tornaconto personale,
spiaspiaspia).
C'è il
rappresentante che viene a presentare il catalogo e tentando di fare
il simpatico e piazzare improbabili saggi sulla vita sessuale dei
parameci o sulla storia di un ignoto circolo socialista di un
paesello della Calabria, adula il libraio nel modo sbagliato. “Tu
sì che sei bravo, altro che quella cretina di prima. Scusa se
mi permetto, ma non capiva niente. Una vera incompetente”
“Fantastico, è la mia fidanzata”.
Mai abbassare la
guardia, anche i libri hanno le orecchie.
IL FURTO SVENTATO:
Nelle librerie si ruba.
Ma tanto. Ma tanto tanto. In “Tutta colpa di Freud” ho visto
Vittoria Puccini fare la libraia e uscire pazza perché le
sparivano tre libretti d'opera. Cara Vittoria, non hai visto niente.
Beccare un ladro coi fiocchi, a meno che non sia un idiota (ci
sono pure quelli) è difficile. Di solito quelli che vengono
pescati con le mani nel sacco sono i ladri di polli, quelli che
secondo me manco lo sanno perché si stanno cimentando in tale
cavolata. Sono i ragazzini taccheggiatori che si infilano la gomma
nella manica e voltandosi verso i tuoi occhi inquisitori diventano
lividi o i deficienti più su d'età che si intascano
libri low cost con la noncuranza di un topo morto. Ricordo il
pomeriggio in cui impilando scorte sotto un tavolo, vidi una coppia
di universitari mettersi due libri della Newton da 0.99 in borsa. Li
fissai un po' attonita, uno di loro se ne accorse e divenne bordeaux,
poi, quieto, estrasse lentamente il maltolto dalla borsa e lo rimise
al suo posto. Uscì meccanicamente con l'amico. Chissà
che caspita gli era venuto in mente, se la prova di coraggio, la
perdita di una scommessa o l'idiozia totale.
L'ARRAMPICATORE SUGLI
SPECCHI:
Tutti si arrampicano,
pure io lo faccio. Se giochi ad un trivial pursuit vivente tutti i
giorni della tua vita è ovvio che cadi in fallo pure te.
Siccome io ODIO cadere in fallo davanti a gente che mi chiede
libri di Socrate o mi cita Nelson Mandela come la propria bibbia
personale, io nego i miei errori e attribuisco le mie distrazioni al
catalogo. Il cliente però è più fallace e
arrampicatore di me. Egli sa di non avere le idee chiare, ma alcuni
pur di non ammetterlo si farebbero tagliare una mano. I momenti
salienti di imbarazzo si raggiungono quando l'altro nega l'evidenza e
rinuncia persino a comprare il libro che gli interessa per non dover
dire mai “Ho sbagliato”. Stanno cercando un libro di cui hanno
letto una recensione sul corriere e si chiama “Storia di Giovanna”.
Ti fanno fare pacchi e pacchi di ricerche ovunque pur di trovare
questo titolo, lui è sicuro, tu sei un'incapace, chiamate
qualcuno, risolviamo questa indegna situazione ecc. ecc. Dopo
quaranta minuti, passa un altro cliente col giornale e la famosa
recensione. Glielo chiedi per carità per uscire dall'impiccio
e scopri che il titolo è “Storia di Caterina”. Ebbene
NO. Il giornale si sbaglia, la recensione è un'altra, il
giorno è un altro, in che mese ci troviamo, forse non stava
cercando neanche un libro, ma un cd, un dvd, un soprammobile. Le
ragioni della pantomima sono ignote, ma lui si sente in dovere di
farla.
GLI EX:
Gli ex ci
perseguitano, sempre e dovunque. Può essere l'ex fidanzat*
storic*, l'ex padrone di casa con cui ci siamo tirati gli stracci e
minacciati reciproche querele, gli ex amici che ci hanno accoltellato
alle spalle e/o rubato ex fidanzat* storic* con cui si sono alfin
sposati e riprodotti, ex parenti con il quale condividiamo infinite
cause per eredità, ex mariti ed ex mogli che vorremmo poter
teletrasportare su un altro pianeta. Ex ex ex.
In libreria i casi
sono due: gli ex tuoi o di colleghi che giungono freschi e tosti di
proposito per molestarti lì dove sanno che ti annidi e lavori, o gli ex che cerchi in tutti i modi di evitare eppure non fai che
incrociare urbi et orbi.
Nel primo caso
si assistono a scene penose in cui il libraio si chiude in magazzino,
cambia settore, si arrampica sugli scaffali come l'uomo ragno
tentando di attaccarsi al soffitto, diventa improvvisamente
disponibilissimo col cliente e si intrattiene con lui per intere
mezz'ore nel disperato tentativo di trovarsi qualcosa da fare. Lancia
segnali di fumo e disperazione agli altri colleghi perché
creino un diversivo che accompagni la mina vagante il più
lontano possibile dalla propria aria vitale e successivamente apre le
cataratte delle sue disgrazie passate.
Nel secondo caso
i clienti non dispongono del vantaggio territoriale del libraio e se
i due ex si incrociano possono scegliere tre strade per affrontare
l'imbarazzo:
1)Non salutarsi.
2) Fingere cordialità
e maledirsi in silenzio.
3) Gridare e tirarsi gli
stracci in pubblico.
Grazie a dio vanno per
la maggiore le prime due, ma davanti a questioni di denaro ho visto
entrare in azione anche la terza. E allora l'imbarazzo cala
complessivo su tutta la sala.
E voi? Avete mai
avuto momenti d'imbarazzo puro in libreria? E perchè?
Una volta ho salutato un'amica e quella ha fatto finta di non vedermi e di non sentirmi. Ho insistito e a quel punto mi ha riconosciuto. Poi ha detto che mi aveva ignorato perché pensava che fossi uno che l'aveva vista lì e voleva provarci con lei.
RispondiEliminaIo le ho detto che potevo sempre rimediare.
Penso sia il commento più esilarante mai comparso sul blog :D
EliminaMi sopravvalutava, io sono un ragazzo timido, sensibilissimo :D
Elimina