giovedì 28 maggio 2015

L'estate, i fantasmi e la perdita dell'innocenza. Apprezzare il simbolismo decadente di una stagione estrema leggendo un po' di sano summer goth: Tony Sandoval, i suoi mostri e i favolosi acquarelli.

 Come ogni inizio estate, sono stata presa dalla smania di leggere libri horror. 
"Stand by me" un film assolutamente da rivedere ORA
Non quell'horror splatter
o melenso che va adesso, indeciso se sia più cool descriverti per filo e per segno come vengono estratti gli intestini da uno zombie in crisi d'astinenza da carne umana o il vampiro sexy che si dimentica di essere un non morto e procrea come se non ci fosse un domani. 
Io parlo di quel sano horror gotico di un tempo, di Poe, di Lovecraft e dell''800.
 In un post dell'anno scorso, descrissi com'era nata questa mia passione, ampiamente caldeggiata dall'isolamento a cui vengono costrette le persone recluse in una sezione elettorale.
 C'è chi collega le mostruosità al freddo e chi alla canicola agostana. Io sono della seconda scuola. L'estate infatti, racchiude in sè molte caratteristiche che la rendono facile all'orrore:
1) E' una stagione dalle caratteristiche climatiche estreme, in cui il caldo intenso rende talvolta difficile la concentrazione e facile la confusione, anche tra diversi piani di realtà.
2) E' probabilmente la stagione più simbolica. 
 In realtà tutte le stagioni hanno un loro simbolismo, se ci si fa caso, nella storia della letteratura, ma anche nella nostra vita, ogni stagione, ispira qualcosa di specifico.
I "Goonies", altro classico adolescenza-paura
 La primavera è una stupida e leziosa mezza stagione in cui non puoi ambientare niente di orribile: i prati sono in fiore, i cerbiatti amoreggiano, le ragazze sospirano, i ragazzi s'innamorano. Tutto è uno stupido cuore, amore, sotto un ombrellino che ripara dagli acquazzoni.
 L'autunno ha tutto quel cotè di riflessioni sulla vita, chi sono, dove vado, come sono arrivato qui. Domande esistenziali che o ti cambiano o ti affogano o, generalmente, ti lasciano al punto di prima.
 L'inverno è un'altra stagione estrema in cui generalmente si consuma qualche tragedia. Stare troppo chiusi in casa non ha mai fatto bene a nessuno, quei caminetti e quelle stufe sono il motore di infiniti drammi familiari (ci sarà un motivo se "Anna Karenina" l'ha scritto un russo). A stare troppo in famiglia ci si rimette la salute mentale, per non parlare delle avverse condizioni climatiche che catalizzano sempre qualche incidente che percorre fatale le vite di qualcuno.
 L'estate è una stagione speciale perché ha un simbolismo ambiguo. 
 Tanto è splendente, quanto nasconde una decadenza, tanto è bellissima da vivere, tanto sembra breve e inafferrabile. Mentre febbraio e gennaio hanno una lentezza suicida, luglio e agosto vengono inghiottiti da un gorgo spazio-temporale che non riusciamo a spiegarci. L'estate ospita fantasmi che si agitano in notti abitate da grilli e da calure che ci impediscono di dormire.
 Ci porta in luoghi che durante l'anno possiamo solo sognare, ci distacca dalla rassicurante routine con una violenza che ha dello sconcertante.
Se volete provare una sana inquietudine summer goth ecco a voi il mio suggerimento di fine maggio: Tony Sandoval.
Questo fumettista messicano, pubblicato in Italia da Tunuè, è assolutamente fantastico.
Non solo per i suoi disegni, bellissimi, con acquarelli davvero splendidi, ma per le storie che si dipanano sospese tra la realtà e il fantastico con accenni gotici, in grado di unire entrambi gli elementi con una semplicità che sconcerta.
 Le storie di Sandoval, anche aiutate da un tratto che si presta tantissimo all'onirico goth, raccontano quasi sempre di ragazzini o ragazzi alle prese con eventi mostruosi che non sanno bene come incanalare nella loro vita. Non sanno dare loro una spiegazione, perché, in effetti, è quasi impossibile spiegare il male. E così, invece di comportarsi come gli adulti, che si affannano in spiegazioni complicatissime, o, più spesso, fingono di non vedere, i ragazzini di Sandoval riescono a immettere nel flusso delle loro vite l'elemento mostruoso innestandolo nella loro quotidianità. 
 Non c'è bisogno di spiegare il male, il male esiste e ignorarlo non serve a nulla. Forse può servire a qualcosa combatterlo, ma non per principio, solo quando è necessario. I ragazzini di Sandoval sono diffidenti, ed egoisti, non hanno alti ideali, combattono solo se non possono farne a meno. 
Ne sono un esempio i protagonisti di "Watersnakes" e soprattutto de "Il cadavere e il sofà". 
 Entrambi sono piccoli gioielli, il primo, che descrive una complicata amicizia amorosa tra due ragazzine (di cui forse una è morta) ha un livello visivo straordinario, ma il secondo, seppur meno di livello estetico (è un lavoro precedente, ma insomma stiamo sempre parlando di disegni fantastici), ha una storia molto più forte. 
Una delle tavole più belle di "Watersnakes". Sandoval ha
alcune fissazioni nei disegni: lingue, denti e animali con
tentacoli o striscianti.
 "Il cadavere e il sofà" si innesta in quel filone che unisce l'adolescenza, la perdita dell'innocenza e un elemento horror disturbante. Un filone, se ci si pensa, fiorentissimo e fortunato. 
 Basta pensare all'immensa fortuna che conobbe la serie "Piccoli brividi" (avevo un'amica alle superiori ignorante come una capra, non leggeva niente, ma aveva tutta la collezione di "Piccoli brividi"), a quello splendido film che è "Stand by me", a "Il mio vicino Totoro" o "E.T.".
 Gli adolescenti sono in una fase in cui percepiscono il loro corpo come particolarmente "mostruoso". Non c'è un'altra stagione della vita in cui assistiamo, con consapevolezza, ad un'esplosione fisica così rilevante e incontrollabile. Mutiamo di giorno in giorno e una stagione può fare la differenza tra un bambino e un ragazzo.
 Non è un caso se una delle leggende in materia di fantasmi, vuole che le case in cui abitano degli adolescenti, siano particolarmente magnetiche per gli spiriti. Entrambi, adolescenti e non morti, sono su una linea di confine spaventosa su cui non hanno nessun controllo.
 Sandoval è riuscito a fermare l'inquietudine incerta di quella stagione in questo libro davvero considerevole. Ne "Il cadavere e il sofà", Polo, un ragazzino, annuncia nella prima pagina, che quella è davvero una strana estate, poichè, Christian, un suo coetaneo del paese, è sparito misteriosamente una settimana prima. Che fine abbia fatto lo scopre poco dopo: è morto e il suo cadavere, che gli adulti non sono riusciti a trovare, giace non lontano dal paese.
 Invece di condividere questa scoperta, lascia il cadavere al suo posto, tornando ad osservarlo nei giorni successivi, perplesso sulla possibilità che effettivamente la morte esista (concetto alquanto inafferrabile a tredici anni). In paese, nel frattempo, è arrivata una ragazzina, Sophia, figlia di un professore, che non si mostra a nessuno se non a lui e indossa solo vestiti neri e lenti a contatto che la fanno sembrare una vampira. Polo si innamora per la prima volta nella sua vita ed è a lei che decide di mostrare il cadavere, convinto che saprà capire quella sensazione stupita e paradossalmente viva, che ha lui quando lo guarda.
 Sophia non lo delude e tra di loro inizia una storia d'amore molto dolce, onirica eppure incredibilmente sensuale, fisica. Attorno, un mondo di adulti che sembra alieno e distante, sogni mostruosi, il timore che Sophia non sia mai esistita e la verità sulla morte di Cristian che si svela a loro senza che la cerchino, semplice e terribile.
 Meno potente (secondo me eh), ma molto particolare è anche "Nocturno", opera in cui i protagonisti di Sandoval sono leggermente più adulti.
Un gruppo di ragazzi che appartengono al mondo della musica metal. Il protagonista è Seck, talentuosissimo cantante e musicista, inafferrabile e strano al punto da cercare l'erba per il the da solo, nelle aiuole e nei campi.
da "Nocturno"
 In città c'è un concorso tra band e si agitano attorno a loro, concorrenti malfamati, una bellissima giornalista bionda e fantasmi dai crani lucidi a cui nessuno sa dare un nome. C'è un omicidio, poi un altro, e un regolamento di conti e un volo in un fiume.
 Poi la storia diventa mitica, appartiene ad altri mondi e promette ritorni, perché nel mondo fantastico di Sandoval, la morte non è sempre definitiva, talvolta ci è concesso di tornare, ma non di recuperare gli anni ormai perduti.
 Fidatevi, se volete provare il vero gotico estivo e diventarne psuedodipendenti come me, Sandoval è la via (e il prezzo degli albi vale assolutamente la pena).

Ps. Ci tengo a sottolineare che ho scritto questo post, con sette imbecilli dietro la mia sedia in biblioteca, che hanno preso codesto ameno luogo per il ricettacolo dei loro sghignazzi deficienti.
 Sò vecchia inside, ma ci sta un parco gigantesco fuori dove andarsi a rotolare senza rompere le palle e le ovaie al prossimo, perciò ci vedo della malvagità peggiore di quella dei poveri fantasmi.
 E scusate lo sfogo.

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