lunedì 4 luglio 2016

I consigli per l'estate 2016 (parte I)!! Letture marittime (o montane) a base di appassionanti legal thriller vintage, principesse rivoluzionarie, basilico magico, e tostissimi bambini sardi!

 All'alba del tre Luglio, quando ormai alcuni saranno andati anche in vacanza, finalmente riesco a sfornare il primo post di consigli per l'estate.
 Io, da parte mia ho iniziato ad accumulare qualche giallo, come "Il principe dei gigli" di Hans Tuzzi, ma probabilmente farò la mia ondata di spese e giro in biblioteca solo pochi giorni prima della partenza (non fosse altro che se no mi viene la tentazione di leggerli prima).

 Comunque, conto di fare tre infornate di consigli, tanto fino alla fine d'agosto c'è tempo (le ultime parole famose) e preannuncio che in settimana avrete l'oroscopo dell'estate.
 Se seguite il blog dalla sua nascita saprete che c'è sempre un giorno estivo in cui parte la follia e vaneggio come Cassandra in allucinazione. Ovviamente non è niente di serio.

 Bando alle ciance! Consigli per l'estate tutti per voi!


 BASILICO' di Giulio Macaione ed. Bao Publishing:

 Giulio Macaione è un fumettista che ho sempre seguito più per caso che per volontà.

 Una delle mie ex coinquiline di varie case, aveva entrambi i tomi da lui disegnati su terrificante sceneggiatura di Massimiliano De Giovanni: "The fag hag" e "Innamorarsi a Milano". 

 Dovevano essere uno squarcio generazionale sulla vita lgbt milanese, erano una serie di fisime mentali inutili, lunghissime e assurde, inoltre, c'è da dirlo, il tratto di Macaione che ha qualcosa di manga inside, non si adattava molto alla storia.
 Per caso ho poi letto una storia abbastanza carina per la Renbooks e infine mi è capitato tra le mani il suo ultimo lavoro per la Bao: "Basilicò". 

 Memore dei precedenti non avevo grandissime aspettative e invece sono rimasta piacevolmente stupita. 
 Pur con qualche debolezza nel finale, la storia si inserisce in quel filone che mescola forte familismo e un certo realismo magico all'italiana che trova una sua credibilità solo nel profondo sud.

 E infatti la storia è ambientata in Sicilia, subito dopo la morte di una matriarca che ha allevato tra molte difficoltà i suoi cinque figli, tre maschi e due femmine, dopo essere rimasta prematuramente vedova.

 Possibile però che la sua vedovanza (e la sua pargolanza) nascondano un segreto? 

 La storia intreccia ricette siciliane molto estive in cui è sempre coinvolto l'amico basilico, i ricordi della madre defunta e le esistenze non proprio compiute dei suoi cinque pargoli sospesi tra problemi quotidiane e vite fondamentalmente insoddisfacenti.
 Il finale lascia un po ' perplessi, come se Macaione si fosse dimenticato un capitolo, ma chissà magari c'è un seguito!
  Da provare se vi piacciono gli affreschi familiari in stile "Mine vaganti" di Ozpetek.


ZOE'. LA PRINCIPESSA CHE INCANTO' BAKUNIN di Lorenza Foschini ed. Mondadori:

La faccenda della barricadera e del borghese o del rivoluzionario e della nobildonna è uno di quei topoi letterari che hanno un fondamento di verità da qualche parte. 

 Marx sposò la sua Jenny, una nobile tedesca e anche l'anarchico Bakunin ebbe il suo forte ascendente sulla bella principessa russa Zoé Obolenskaja.
 
 Costei apparteneva a una specie ormai scomparsa sulla faccia della terra: appartenente alla classe privilegiata, ricchissima, aveva però ideali rivoluzionari che tentò di mettere in moto concedendo alla causa tutto quello che possedeva.
 L'occasione le si presentò quando, con la scusa di rincorrere un clima più salubre, lasciò il marito in Russia (era il governatore di Mosca), per andarsene all'ombra del Vesuvio, dove conobbe Bakunin che in quel periodo stava cercando il modo di fomentare una rivolta nel regno delle due Sicilie.

 Zoé rimase assai colpita dall'anarchico e gli mise a disposizione il suo patrimonio intrecciando nel frattanto una relazione col polacco  Walerian Mroczkowski, uno dei suoi più fidati collaboratori.
 La faccenda continuò per un po' di anni, ma infine si risolse in maniera drammatica tra un marito che tornava a reclamare la legittima moglie, beni confiscati, figli strappati.

 Se siete appassionate di grandi drammi storici, se Anna Karenina (che si dice sia stata ispirata alla figura di Zoé) è nel vostro cuore, se appena vedete la pubblicità della Principessa Sissi il vostro cuore sobbalza e il concerto di Capodanno vi fa sognare bei tempi andati a base di pizzo, crinoline e corti viennesi, allora è il libro per voi.

I BAMBINI SARDI NON PIANGONO MAI di Gesuino Némus ed. Elliot:

 Gli scrittori sardi hanno più di altri connazionali, la tendenza alla cosiddetta "letteratura di frontiera".

Chiunque conosca  bene (seppur da semplice "continentale") l'isola ne sa intuire facilmente il motivo: se c'è un posto dove il tempo si è fermato (e in generale scorre a lentezze che non si credono più raggiungibili), qui in Italia, quello è la Sardegna. 

Amplissimi spazi brulli in pieno stile Far West (con tanto di insegne per le città bucherellate non si capisce bene da cosa), strade sgombre che si perdono nel niente, manco si fosse sulla Route 66, si intervallano a paesi dell'entroterra dove una popolazione dall'altissima età media è abituata a un isolamento sospeso tra l'eroico e lo stoico.

 "I bambini sardi non piangono mai" è una sorta di giallo dove ciò che conta è più la cornice che la soluzione

 Non ne conosco la genesi, ma considerando che l'autore, Gesuino Némus (eteronimo alla Pessoa di Matteo Locci presente come personaggio anche nel libro), ha pubblicato la sua prima opera "La teologia del cinghiale" pochi mesi fa, la costruzione un po' sincopata (e non molto gialla) fa pensare ad un'opera precedente recuperata e rivista.

 Il giallo scorre un po' lento, ma non il contorno fatto da poliziotti continentali, anziani che si considerano giovani a ottanta anni, bambini sardi fieri di non cospargere una lacrima, pastori puzzolenti in modo inverecondo, movimenti di liberazione dell'isola e vicini corsi a cui stare molto attenti.
 Consigliato a chi ha perenne nostalgia per la Sardegna e a chi vuole conoscerne l'anima oltre la splendida visione.

 Vi incuriosisce qualcosa? Avete già riempito la vostra busta/sportina/valigia di altri titoli? Testimoniate!!

LA SIGNORA DI SING SING di Idanna Pucci, Libreria Editrice Fiorentina:

 In questo periodo di migrazioni c'è un gran parlare di discriminazione, integrazione possibile o impossibile, sistemi di valori inconciliabili, razzismo e difesa dei confini, il tutto più a sproposito che a proposito.

 Siccome la storia forse non darà molto da mangiare a chi la studia, ma di sicuro rimane la migliore maestra di vita che abbiamo al momento, straconsiglio per questa estate un bellissimo saggio che si legge come un avvincente romanzo storico: "La signora di Sing Sing".

 Se tutti conoscono (anche grazie al bellissimo film) la storia degli anarchici italiani Sacco e Vanzetti, non molti sanno chi sia Maria Barbella, alias la prima donna condannata alla sedia elettrica negli stati uniti.

 Maria era una giovane sarta, migrata assieme alla famiglia, per ragioni di povertà, dalla Lucania all'America dove lavorava a cottimo in una fabbrica di tappeti.

 Lì iniziò nei suoi confronti un pressante corteggiamento (oggi lo definiremmo stalking) da parte di un connazionale, Domenico Cataldo, una sorta di bullo che infine riuscì a farla cedere promettendole di sposarla, cosa che poi naturalmente non fece. 

 Ormai non più monda per il matrimonio, la povera Barbella cercò in tutti i modi di convincerlo a sposarla (anche perché la famiglia di lei era abbastanza furiosa per l'aver ormai una figlia svergognata) e quando lui non solo si rifiutò, ma la derise anche, lei prese e lo sgozzò.

 Il libro parla del processo che ebbe una grandissima eco mediatica, del pregiudizio verso la straniera proveniente da una barbara terra dove esistevano delitti d'onore inconcepibili nella modernissima America, di un'incomunicabilità che iniziava sin dalla lingua e da un'integrazione che sembrava impossibile.

 Venne condannata alla sedia elettrica, innovativo mezzo per condurre il condannato alla morte.

 Fortunatamente per lei, una ricchissima americana sposata a un nobile italiano, Cora Slocomb, arrivò a scombinare le carte, proprio come nella sceneggiatura di un film. 

 Benefattrice tessile (recuperava giovani donne poverissime insegnando loro il mestiere di sarte), venuta a conoscenza della vicenda della Barbella, smosse mari e monti perché venisse riaperto un processo che giudicava più basato sul pregiudizio che sul fatto reale. 
 Come finì non ve lo dico, altrimenti che legal thriller sarebbe?

4 commenti:

  1. Uh, come m'intriga la storia della signora... uh come mi intriga...
    Ecco, lo so come va a finire: ricomincio ad accumulare titoli anch'io! (psst!: grazie, non ne avevo ancora avuto il coraggio dopo l'ultima sfuriata del marito! ;) )

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  2. Uh grazie, sono curiosissima di tutti i titoli, ma del sardo di più (ha il cognome di mio nonno)

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  3. Consigli come sempre molto interessanti. Volevo però far notare che la fotografia indicata come di Maria Barbella (presa credo da Wikipedia, dove compare per errore nella pagina dedicata alla povera assassina per onore) rappresenta invece Jessie White Mario, la celebre eroina del Risorgimento e della spedizione dei Mille, moglie di Alberto Mario.

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    1. Pardon, per non sbagliare di nuovo l'identità della signora, l'ho tolta e basta ;)

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