giovedì 3 maggio 2018

Piccole recensioni tra amici! Un triplete a base di "Mio caro serial killer", "Più veloce dell'ombra" e "Le risposte" tra gialli, finta fantascienza e anni '80

 Visto che i libri letti e le recensioni in proposito si andavano accumulando (e visto che volevo scrivere qualcosa di un po' diverso), ecco a voi un velocissimo "Piccole recensioni tra amici"!

 Sono tutte e tre delle novità e due sono accomunate dal fatto che le ho lette per assoluto caso, segno che la serendipità ogni tanto arride ai lettori.

 Non mi dilungo troppo che devo tornare alle sudate carte del saggio!
Buona lettura!


MIO CARO SERIAL KILLER di Alicia Gimenez Bartlett ed. Sellerio:

 Ho sempre avuto più di un problema con Alicia Gimenez Bartlett.

 Ho provato a leggere qualche indagine di Petra Delicado e l'ho sempre abbandonata con fastidio dopo qualche riga. 
 Persino "Dove nessuno ti troverà", il romanzo di docufiction ispirato alla vera storia di un partigian* ermafrodita imprendibile sulle sue montagne durante la guerra civile spagnola, ho dovuto abbandonarlo a metà dopo aver fatto davvero qualsiasi cosa per finirlo.

 Credevo non dovesse in nessun modo essere amore. 

 Invece, complice il fatto di dovermi far perdonare da Dolcemetà per una qualche mia nefandezza (non grave visto che ho già dimenticato quale fosse), ho acquistato il suo ultimo libro e me lo sono fatta autografare durante il suo recente tour in Italia.

 A quel punto un libro nuovo in casa non puoi non provare a leggerlo e così, senza nessuna e dico nessuna aspettativa l'ho iniziato e sorpresa! mi ha preso immediatamente.

 Non conosco ovviamente le vicissitudini sentimentali e lavorative precedenti della famosa Petra perciò dare eventuali giudizi sull'evoluzione del personaggio è impossibile, anche se, a occhio, azzarderei uno status "Montalbano": tutto imperturbabile, tutto identico, gente che viene e va, ma nulla cambia davvero.

 In questo libro è sposata con un architetto con 4 figli nati da matrimoni precedenti, ha una cinquantina di anni e si ritrova a collaborare coi famosi Mossos, i poliziotti catalani che ormai pure l'ultimo abitante dell'Unione europea sa chi siano.

 La storia prende le mosse dall'omicidio, insolitamente violento e insolitamente rituale, di una donna di mezz'età sola e con pochi amici.

  Tutto ciò che si riesce a scoprire prima che anche un'altra donna, più giovane e senza nessun punto in comune con la prima, muoia allo stesso identico modo.

 Un serial killer di donne sole è in giro?

 E se queste donne sole fossero, come dice il proverbio, solo state male accompagnate?

 L'indagine prosegue con un ritmo incalzante e momenti scarsamente verosimili che però rendono il romanzo molto più godibile. 

 Quando hai tra le mani un'idea felice e un modo tanto fluido di raccontarla non devi concentrarti troppo su spiegoni o dati scientifici o controprove del dna, il lettore prende per buono tutto e cerca solo di capire qual è la chiave giusta che può svelare il mistero.

 Davvero bello e, aggiungo, anche abbastanza lungo da darti il tempo di rilassarti un po', senza l'ansia che finisca troppo presto. 

 Essendo un giallo non sono potuta entrare nei dettagli, ma vi do solo un indizio: Marta Flavi.



PIU' VELOCE DELL'OMBRA di Federica Tuzi ed. Fandango:

 Gli anni '80 sono la moda del momento. 

 Pur avendo la crisi e le generazioni precedenti tentato di saccagnare in ogni modo i trentenni di adesso, essi prosperano e dettano nostalgie e nuove mode di consumo (ogni tanto è spassoso leggere gli articoli dei giornali d'economia su come i millennials stiano portando alla rovina, con le loro abitudini sconcertanti, questo o quel comparto economico).

 Nella storia di Federica Tuzi, gli anni '80 sono l'80% dell'atmosfera, il resto è concentrato nel personaggio della protagonista assoluta: Alessandra, una preadolescente impigliata tra l'infanzia e le prime avvisaglie di un'adolescenza che si prevede molto tumultuosa.

 Figlia bruttina di due genitori bellissimi (capita di tanto in tanto che la genetica invece di migliorare peggiori la situazione) si trasferisce assieme a loro da Roma a Torino perché suo padre viene assunto nelle risorse umane di un'imprecisata grande azienda.

 Sua madre, splendida come tutte e tre le Charlie's Angels, e in carriera, è costretta a lasciare il lavoro e a Torino cerca in ogni modo di trovare una nuova ragione di vita. 

 Non riuscendoci, concentra tutti i suoi sforzi nei disperati tentativi di rendere sua figlia simile a lei.

 Peccato che, come accade talvolta, non ci siano persone che si somiglino meno che certe madri e certe figlie. 

Alessandra infatti non solo non è bellissima e dolcissima, bensì paffuta e amante di dolci e gelati, ma ha anche una certa propensione a mettersi in guai molto più grossi della sua età.

 Un mix fatale di incoscienza, mancanza di amici, spirito d'avventura e, bisogna ammetterlo, disperazione per un luogo, Torino, poco accogliente e molto chiuso, lancia Alessandra verso l'inizio di una giovinezza che si prospetta ricca, ma non facile.

 Ma non cantava già così De Gregori tanti anni fa in "Caterina"?

 "E la vita Caterina lo sai non è comoda per nessuno, quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo, e rischiare la notte il vino e la malinconia, la solitudine e le valigie di un amore che vola via".

 Ben scritto, scintillante e a tratti oscuro, proprio come gli anni '80 perché le vere bambine ribelli non sono per niente patinate.


LE RISPOSTE di Catherine Lacey ed. Sur:

 C'è una cosa che sopporto poco (ce ne sono molte, ma vabbeh sorvoliamo): i libri instagrammabili. 

 Intendiamoci, non i libri con cui fare le foto su instagram, quelle le faccio pure io e devo dire che, da biblioteconoma, sono quasi sollazzata dall'attenzione estetica che finalmente il libro in quanto oggetto sta doverosamente ricevendo.

 I libri instagramabili sono quelli nati per essere cool: hanno un autore cool, una veste cool, una casa editrice cool e persino una trama cool!

 Anche per questo mi ero doverosamente tenuta alla larga da questo libro la cui quarta di copertina era lievemente agghiacciante: una donna in crisi decide di partecipare all'esperimento "fidanzata" in cui un attore famoso cerca, con l'aiuto di un'imprecisata equipe, di sviscerare le diverse sfaccettature delle relazioni umane.

 Praticamente vengono scelte alcune donne e a ognuna di loro viene affidato un compito diverso: la fidanzata con cui vivere i momenti romantici, quella con cui vivere momenti ordinari, quella con cui litigare ecc.

 Un libro del genere, lo devo ammettere, non lo avrei mai preso se non fossi stata in ritardo per il treno e non ci fosse stata la gustosa copia che inviano ogni tanto le case editrici in libreria a uso dei librai.

 E sarebbe stato un peccato perché soprattutto la prima parte, quella che la Lacey dedica alla protagonista, Mary, una trentenne piena di debiti, senza amici, con uno strano passato e un incerto presente di disturbi psicosomatici che solo una stramba cura fricchettona sembra riuscire a curare, è veramente considerevole e ricorda la Zadie Smith degli esordi.

 E' una bella scrittura, fresca, concisa, poco commerciale e molto particolare che rende le vicende, per quanto surreali, ricche di un certo fascino.

 E' un peccato che nella seconda parte la Lacey abbia deciso di concentrarsi sulla parte dell'assurdo esperimento che, se poteva avere una sua coerenza come elemento disturbante di fondo, diventa totalmente superfluo quando si cerca di porlo al centro.

 Se si vuole giocare con la fantascienza bisogna saperla usare, altrimenti diventa il pastrocchio che alla fine finisce per essere. 

 Relazioni che non si capiscono bene, cose che accadono a caso, personaggi introdotti di colpo che perdono il controllo e di cui non si capisce il senso.

 Bastava rimanere sul punto focale della storia: Mary. E' di lei che vogliamo sapere, della sua storia, del suo futuro, del suo passato. 

 Gli altri sono pallide figure di contorno che a un certo punto prendono il sopravvento nel tentativo, credo, di volerci raccontare qualche cosa di profondo sulle relazioni umane, fallendo.

 Ecco, io terrei d'occhio la Lacey perché può fare molto di meglio con una bella idea portata fino in fondo e il prossimo titolo lo guarderò con meno pregiudizio.

2 commenti:

  1. Io adoro la Bartlett! Petra Delicado è un personaggio stupendo e i suoi gialli sono sempre divertenti e godibili. Devo dire che la trama di quest'ultimo non mi è sembrata delle migliori, un po' troppo di tutto diciamo... Ma io la amo comunque! E il libro sulla partigiana/partigiano mi ha molto interessato...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La storia della partigian* era molto interessante, ma lei la tirava davvero per le lunghissime. Io non ce l'ho fatta sigh :( Magari ora che ho finito questo riesco a leggere anche gli altri

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...