Personalmente non ho mai avuto fiducia né nelle scuole di scrittura né nei libri che insegnano a scrivere.
Da una parte perché sì, sono convinta che il talento o ce l'hai o certo qualcuno non te lo insegna, da un'altra perché ritengo che la tecnica, la disciplina, il lavoro, le basi culturali, i modelli, le idee e tutto ciò che serve nella sua larga parte (oltre al lavoro lavoro lavoro) per scrivere, ognuno se lo cerca e forma da solo. Poi ovvio, se qualcuno che non è analfabeta mette mano a penna e calamaio e studia sodo qualcosa ne viene fuori. Non lamentiamoci però se la narrativa adesso è intasata da romanzi a base di fiori della Garzanti.
Personalmente faccio un'eccezione nel settore della scrittura creativa per quei libri scritti da scrittori realmente affermati che vogliono lasciare i loro consigli al mondo. Parlo di cose come "Il mestiere di scrivere" di Carver o "Il territorio del diavolo" della O'Connor, per dire. Voglio dire, chi sono io per dire: "No guarda Carver tieniti pure per te i tuoi consigli?", seppure nonostante il bel libro di Cerami e "I ferri del mestiere" di Fruttero e Lucentini, io non abbia mai cavato grandissimi insegnamenti.
Da un po' di mesi però c'era un libro nella sezione che molto mi incuriosiva: "Noir" di Luca Crovi, ed. Garzanti.Gli facevo la classica corte non convinta di chi è interessato vagamente a qualcuno, ma crede alle dicerie di paese. Poi, ho preso coraggio e l'ho letto. E' fantastico. Ve lo consiglio. Ve lo straconsiglio innanzitutto perché non è un libro che insegna a scrivere noir, né ne ha la pretesa. E' invece quel che si potrebbe definire uno scrigno di tesori.
Ci sono infatti decine di capitoletti non più lunghi di sei o sette pagine l'uno, dedicati ai più svariati autori di noir/horror/fumetti noir/thriller. Non è il solito elenco da antologia delle scuole medie con data di vita, morte, miracoli, elenco delle opere, trattasi solo degli episodi più gustosi delle singole vite e dei consigli che codesti autori hanno da donarci.
Si leggono così delle interviste fantastiche, come quella fatta direttamente a Diabolik, il ladro delle sorelle Giussani, che ci rassicura non svanirà poi tanto presto, e rivela peraltro un mistero nel mistero: la misteriosa scomparsa nel nulla del primissimo disegnatore della primissima storia. Un tedesco che si firmò sotto pseudonimo, prese il compenso e scomparve per sempre.
Si scopre che l'autore di uno dei pochi horror che ho molto apprezzato alias Koji Suzuki alias il creatore di Sadako (poi Samara in America), scrisse "The ring" quasi per caso e, nonostante il successo, non lo ama poi tanto, visto che lui non ha alcun interesse per i libri horror, amando invece a dismisura quelli d'avventura.
Ci sono veri e propri consigli, come "Le 10 regole del noir" di Chandler e le solite inquietanti teorie di Patricia Highsmith: "Una storia diventa interessante solo in mano allo scrittore giusto" (esempio lampante: riuscì a farsi venire l'idea per un adolescente matricida sadico solo alla notizia di un ragazzino amava veder mangiare i serpenti) .
Lei, che per me è la dimostrazione di come la giusta forma mentis per trarre ispirazione e verità dalla realtà circostante non sia certo una cosa che si può insegnare, scrisse però un interessante manualetto dal titolo "Come si scrive un giallo" ed. Minimum Fax. Beveva come una spugna, quello sì, ma senza trascurare la disciplina.
R.L. Stine |
Si passa allora, da ciò che accende la mente dei famosi scrittori scandinavi alle congetture sulla morte di Poe, al commissario Sancette, fallito Maigret, fino alla sorpresa di ritrovarsi R. L. Stine. Ve lo ricordate? Sì, proprio lui, l'instancabile sfornatore seriale di libri horror per ragazzini. Io ne lessi qualcuno alle medie per poi resettarlo completamente, ricordo una trama su un cappello che possedeva chi lo metteva o qualcosa del genere. Una mia amica aveva l'intera collezione, che peraltro, credo, rimangano gli unici libri da lei letti in vita sua. Comunque, il libro che insinuò in Stine la passione per l'horror fu nientemeno che "Pinocchio". Sì, sua madre gli leggeva la versione originale prima di andare a dormire, precipitandolo nell'orrore e nell'angoscia di una storia che, in effetti, esattamente come le "Fiabe italiane" di Calvino non è proprio per soft (mia sorella ancora ricorda i suoi strilli quando le lessi delle principesse a cui la suocera cavò gli occhi e fece mangiare i figli, e che poi per punizione venne cosparsa di pece e bruciata viva).
Lo spavento fu l'input fondamentale che mise in moto la sua immaginazione e lo portò ad essere l'autore per ragazzi che, prima di leggere il libro di Crovi, avevo sempre trattato con sufficienza. Invece sante e sante sono le sue parole:
"Insegnanti, bibliotecari e librai mi considerano un amico che li aiuta a diffondere la lettura fra i ragazzi in un periodo in cui è sempre più difficile motivarli. Partecipano entusiasti ai dibattiti dei miei piccoli lettori e suggeriscono loro altre opere. I ragazzini si aspettano che io mi presenti con un mantello o un cappello strano. Qualcuno rimane deluso.Gli insegnanti invece sanno che la mia magia opera in altro modo e non ho bisogno di bacchette magiche."
Se avessimo più R. L. Stine e meno serie su bambine pattinatrici, ballerine e top model, il mondo forse potrebbe diventare migliore.
Consiglio infine, in coppia a "Noir", un altro libro: "A proposito di giallo" di P.D. James ed. Mondadori. L'anziana signora del giallo smonta con astute mosse e alcuni astuti elenchi, gran parte dei libri gialli scritti attualmente. Provate a fare un gioco: leggete le sue regole del buon giallo e depennate tutti quelli che avete letto e non le rispettano. Vediamo in quanti rimangono in piedi ;)
Consiglio infine, in coppia a "Noir", un altro libro: "A proposito di giallo" di P.D. James ed. Mondadori. L'anziana signora del giallo smonta con astute mosse e alcuni astuti elenchi, gran parte dei libri gialli scritti attualmente. Provate a fare un gioco: leggete le sue regole del buon giallo e depennate tutti quelli che avete letto e non le rispettano. Vediamo in quanti rimangono in piedi ;)
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