sabato 19 ottobre 2013

"I dolori della giovane (non ancora) libraia". Esperimento di strafalcioni vintage.

 Allora, questo post è un esperimento che mi è venuto in mente giorni fa mentre cercavo immagini per il blog. Come avrete notato spesso e volentieri appaiono immagini di Fantozzi, un film che quando ero bambina credevo fosse volgarissimo, mentre, ora che lavoro, vi ravviso somiglianze con la mia vita in ogni dove. 
 Se ben vi ricordate, Filini aveva il ruolo, oltre che di migliore amico del buon ragioniere, anche di indefesso organizzatore di tutto: gite, partite di calcio ammogliati contro scapoli, collette e via dicendo. Come faceva notare Fantozzi stesso, in ogni microcollettività umana esiste questa tragica figura del coinvolgitore/organizzatore/terrorizzatore di folle teso perennemente alla creazione di attività da fare in gruppo, tra persone che tendenzialmente preferirebbero starsene in pace fino all'ora dell'apertura delle gabbie e del ritorno a casa.
 Questo preambolo per dirvi cosa? Che alle scuole superiori questa tragica figura, nella mia classe, ero io. Non so perché mi prendessi tanta briga, probabilmente perché avevo un mucchio di tempo libero unito ad un certo iperattivismo adolescenziale, ma non mi convinco neanche da sola.
  I frutti dei miei sforzi avevano dato vita ad una giornata del maglione, (in cui imploravo le mie riottose compagne a venire tutte in maglione), alla partecipazione a tutti i tornei sportivi scolastici (perdendoli tutti alle eliminatorie) e ad una raccolta di strafalcioni prodotti soprattutto nell'ultimo anno delle superiori a cui avevo dato titolo "Lo Strafalcionelli".
 Fu infatti all'alba dell'ottobre dell'ultimo anno che decisi di raccogliere le perle da noi favellate durante le interrogazioni in un albo che speravo di poter consegnare alla cena di classe. Ciò non avvenne mai, anche perché la cena andò deserta, ma quelle perle trasmigrarono per anni nei miei vari pc.
 Mi sono perciò chiesta, visto che non sono tanto differenti da quelle che mi rifilano i clienti giornalmente perché non proporle sul blog?
 Quindi ecco che vi propongo "I dolori della giovane non ancora libraia", strafalcioni liceali che ovviamente visto che il liceo l'ho finito da un pezzo, prima o poi finiranno. Di alcuni sono protagonista anche io, anche perché tendevo ad annotare più spesso le cose di cui mi vergognavo solennemente.
 Inizio l'esperimento con una perla dell'ora di latino. Nostro professore era un ventisettenne acido e di sicuro gay che usava un lessico colto misto a slang gggggiovane per insegnare Orazio e Sofocle.
(Ovviamente tutti i nomi sono stati cambiati!).
 Fatemi sapere cosa ne pensate e non temete, le perle dei clienti arriveranno domani! ;)

 "RIASSUNTI"




4 commenti:

  1. ahahah, un filini al femminile, idolo! :D

    Magari anche tu sei stata protagonista del fenomenale scambio di battute: "Filini, che fa, dorme?" "no, leggo" :D

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    1. La mia prof di religione chiamò mia madre per chiederle se fossi depressa. Vedeva che in classe tenevo sempre gli occhi bassi. Non aveva capito che ignoravo bellamente quello che diceva e passavo il tempo leggendo libri che tenevo sotto il banco ;)

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    2. anch'io lo facevo sempre! comunque ho scoperto ora questi ricordi del liceo e mi sto divertendo tantissimo, anche perchè mi ricordano i miei. anche noi ci scrivevamo tutte le frasi particolarmente stupide o particolarmente geniali (soprattutto le prime, bisogna dire) dette da noi e dai prof, per poi farci i cartoncini (più di un centinaio) da attaccare in corridoio l'ultimo anno... e ora li ho tutti io!

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  2. Le frasi sono stupende, ma con la vignetta rendono il doppio! Brava!
    Anche io leggevo sotto il banco...ma ora che lo fa mia figlia (solamente in QUARTA ELEMENTARE) e prende note per questo, beh, non mi sembra più tanto giustificato...

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