giovedì 27 marzo 2014

Il magico mondo dei vegani. Tra imitazioni di cozze, sfide infinite con gli onnivori, Benedette Parodi a Km 0 e digiunatori inquietanti, ecco ciò che passa la libreria-convento!

Un coraggioso bambino vegano resiste alle tentazioni (da "Novecento")



Chi segue la pagina di fb saprà già l'esistenza di "Las Vegans" il nuovo libro di Paola Maugeri
I ggggiovani veramente gggggiovani non possono ricordarla nelle vesti della classica Vj di Mtv dei tempi d'oro: pettinatura fichissima, vestiario all'ultima moda (vedere Daniele Bossari con il kilt fu per me una rivelazione) e sguardo sicuro mentre intervistavano la leggenda o il divetto di turno. Costei, forte di questa lontana esperienza continua a dirsi rock urbi et orbi e negli ultimi anni è diventata una vera paladina del viver sano, ecologico, a km 0 e soprattutto vegano. 
 (Faccio notare che c'è anche un'altra conduttrice appassionata di questioni ecologiche sfornatrice di libri a tema, l'insospettabile Tessa Gelisio che mi pone però un ardito dilemma: il silicone nelle labbra è o no cosa ecologica?).
 Quando ero alle superiori, essere vegano non era ancora così diffuso. Tuttavia nelle mie fricchettoniche terre, c'era già un cospicuo gruppetto di coetanei che rifiutava gli animali e i loro derivati. 
Ricordo il panico di madri, padri e noi stessi nell'invitarli a pranzo: cosa potranno o non potranno mangiare? La risposta era sempre una sola: la pasta con le zucchine. 
 Era un piatto semplice, in cui non correvi rischi, nutriente e pareva pure che l'avevi pensato un po'. C'è da dire che anche i giovani e inesperti vegani erano alquanto disorientati e puntavano spesso alla pasta o al massimo ai legumi. Erano tempi in cui conoscevamo il tofu grazie ai fumetti giapponesi e il seitan era ancora ignoto. Uno di loro, poveretto, si ruppe accidentalmente una gamba e dopo tre mesi era ancora in condizioni devastanti. La sua carriera vegana si infranse davanti al medico che gli disse: o ricominci a mangiare normalmente o la gamba a posto non ci torna. Non so come finì la sua triste storia perché si trasferì improvvisamente a Torino.
 Svariati anni dopo, ai giorni nostri, chi entra in una libreria non può non notare il tripudio di libri a tema vegano che infestano la sezione di cucina.
 
Situazione tipo. Marjane non volermene.
Il cliente vegano e il collega vegano
(le librerie sono piene di gente impegnate nel sociale e quindi anche di vegani/vegetariani) hanno spesso un atteggiamento da lancio dell'ordalia verso l'onnivoro, che sfidano al suon di: "Mangiando carne distruggeremo presto la terra" e "Stasera ti manderò su fb qualche video sugli allevamenti intensivi/uccisione dei pulcini/macellazione di qualche animale"
 L'onnivoro può anche passare i suoi giorni chiuso in un centro antiviolenza ad aiutare donne in difficoltà o fare volontariato tutti i pomeriggi, tuttavia il suo consumo di carne rimane imperdonabile. Ho visto, seriamente, forum trapassati a causa di ban a catena a fronte di lotte vegano/onnivoro, con vegani che esaltavano lombrichi, sicuramente più intelligenti di noi umani e asserivano che sono mille volte più utili canili e gattili che adozioni a distanza. Per contro gli onnivori con tono di sfida postavano costolette d'agnello fumanti e accusavano i vegani di ogni nefandezza augurando loro cose non proprio civili. 
 Fosse mai che qualcuno commenta, evitiamolo.
 Ma quali sono allora questi famosi libri vegani che vagano per la libreria?



I LIBRI LA CUCINA VEGANA E' DELIZIOSA:
Una delle bellissime zuppe dal sito di Uno Cookbook
Diciamo che la cucina vegana non è che di solito sembri proprio appetitosa. In genere le foto riportano dolci bassissimi, asciuttissimi (no al latte vaccino, sì a quello di soia), verdure che fingono di essere carne, legumi impanati in modo da sembrare pesce, soia che finge di essere tutto. Esistono però dei libri con ricette originali, non troppo complicate e bellissime da vedere, che non cercano di imitare niente, e rendono giustizia al veganesimo.
  Il top, se non mi credete e pensate sia impazzita, sono "Uno Cookbook" di Manuel Marcuccio e "Pasticceria vegana". Innanzitutto nessuno dei due parte con introduzioni che parlano di onnivori crudeli e di panteistici mondi, ma sono molto pratici. In secundis propongono dei piatti davvero appetitosi che verrebbe voglia a chiunque di rifare. Anzi, io quanto prima, credo che ne tenterò vari.
 Non mi credete? Pensate che stia scrivendo questa opzione solo per evitare che le armate vegane mi insultino? Ebbene andate sul sito e strabiliate! Altro che pop corn nella pasta, sono stupende e francamente anche molto appetitose! www.unocookbook.com
 Vi consiglio anche un'occhio a quello di pasticceria vegana, non che ci siano dei grandi spunti per i dolci classici, ma c'è la prova provata che se avete molto tempo e una trentina di ingredienti diversi a disposizione, sarete in grado di prepararvi una torta al doppio cioccolato con tanto di ganache alternativa decisamente appetitosa.

I LIBRI "LA BENEDETTA PARODI DEL VEGANESIMO": 
 In questo caso la Benedetta Parodi della situazione è la Maugeri. Costei ci promette piatti semplici e gustosi, poi dà vita a tutti i peggiori incubi di un onnivoro:
Questa sindrome da "Mi  metto a fare il lavoro degli altri" ultimamente imperversa nella sezione di cucina e ricettari di attori e presentatori nascono come funghi.
1) Cibi introvabili. Mi giura che troverò topinambur e batata (una specie di patata se ho ben capito) al supermercato, essi ci sono, sono solo io che, sciagurata, di solito li ignoro per verdure più avvenenti. Due giorni fa, incuriosita, ho provato a chiederli all'Esselunga e mi hanno preso per pazza. 
2) E' tutto meravigliosamente facile. Insomma. La dieta vegana presuppone un sacco di preparazioni base che magari insaporiscono ma bisogna rifare da capo e non è che ci si metta un attimo. Tipo la maionese, la sfoglia all'uovo, salse varie e preparazioni dolciarie che se venissero proposte alla vera Parodi farebbe harakiri due secondi dopo.
3) Piatti discutibili. Quello che ha più colpito (negativamente) il mio immaginario è il seitan in crosta. C'è da dire che io ho un ricordo abominevole del seitan che collego a credo il sapore più disgustoso della mia vita (dopo il rabarbaro). Fui costretta a mangiarlo varie volte mentre preparavo la tesi. Il pensiero di trovarmelo addirittura in crosta mi ha fatto accapponare la pelle.

Non diventerò vegana, continuerò a non sopportare che si tenti di farmi diventare vegana anche con scuse talvolta risibili, ma almeno apprezzo di più la cucina e ora saprei cosa cucinare ai miei allora conoscenti quindicenni oltre alla pasta con le zucchine. Che peraltro non vedo da anni. Saranno ancora vegani? Il mistero rimane.

24 commenti:

  1. E dire che una zuppa o una minestra di legumi sono perfettamente vegane. Ma forse non molto alla moda...

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    1. Vai sul sito di Uno Cookbook. Voglio farle tutte (non so che sapore abbiano ma sono stupende) O.o

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  2. Concordo! grazie per avermi fatto scoprire questo sito! Non ce la farei mai a diventare vegana, ma ogni tanto un po' di disintossicazione da animali - e da quello di cui li imbottiscono - ci sta bene.

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    1. Se ne fai qualcuna, (io ovviamente sono attratta da quelle colorate), fammi sapere quale ritieni la più gustosa e meritevole che mi lancio anche io!

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    2. Inutile dire che i sorbetti orgogliosi mi hanno già attirata :D però anche le crocchette ripiene di barbabietola sembrano interessanti. La tortilla di farina di ceci ho già provato a farla in precedenza, con verdure, ma con scarso risultato... a me tutto quello che deve fare la farina di ceci, non lo fa. Mai. Nè nel forno, nè nell'olio bollente. Bah.

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    3. Io voglio tentare tutte le ricette con le patate!

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  3. La pasta con le zucchine xD Il jolly di ogni invito. Però è buona, via.
    Io sono la veg-tassa della mia libreria, ho adocchiato subito Las Vegans per il titolo, ma assai probabilmente mi limiterò a guardarlo da lontano perché odio cucinare, sopravvivo a minestroni pronti e scatolame vario.
    Sigh.
    Devo dire che non capisco neanch'io da dove vengano i tentativi di imitazione del cibo animale. A me personalmente fa impressione trovarmi un simil-animale nel piatto, altrimenti mangerei l'animale direttamente. Che uno se lo vada a riprodurre, pur non potendo ottenere nulla che si avvicini anche vagamente al sapore, ecco, quello non lo capisco.
    Comprendo il tuo livore verso chi tenta di farti cambiare abitudini alimentari, i miei primi tempi carne-free sono stati un continuo di 'Ma il leone rincorre la gazzella', 'Poi muori' e 'Le proteine!'. E il mio preferito, 'Anche le piante soffrono'.

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    1. Ma in effetti è quello che penso anche io: un simil animale non dovrebbe fare senso? Devo dire che io continuo a capire più uno stile alimentare consapevole e sostenibile (il mio grande dubbio sono tipo le uova: perché, accertato che la gallina era libera, felice e non costretta, non si possono mangiare?) del veganesimo, però sono anche dell'opinione che ognuno infine fa (ed è anche responsabile in tal senso) quel che vuole.
      I miei colleghi carne-free sono meno accomodanti di te, però ;)

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    2. Mi sa che la questione 'accomodanza' è un po' come l'uovo e la gallina. Dopo il coming-out veg (davvero, è stata una cosa difficilissima ò_ò) mi hanno tramortito le budella da quanto mi hanno rotto le scatole. Non potevo mangiare in compagnia senza che qualcuno tentasse di redimermi. E certe volte mi è capitato di rispondere male a chi mi chiedeva ragguagli, perché alla fine ti aspetti sempre che ti rompano le scatole.
      Cioè, chi ha iniziato a rompere le scatole? I tuttivori o i veg? Dove nasce la disputa? Chi è stato il primo a subire un tentativo di redenzione?
      Mah, in realtà la cosa delle uova ha molto senso. Anche se l'allevamento è super-bio e tutto, i pulcini maschi, ecco... o diverranno pollame altrove o verranno uccisi in modi che non sto a descriverti. Poi io non sono ancora vegana del tutto, però saperlo dà un po' fastidio.
      Per la questione somiglianza, immagino che ci siano quelli che si veg-izzano per ragioni etiche e non 'di pancia'. Se non mi fossi quasi sentita male mangiando pollo a casa di mia zia, probabilmente non mi sarei veggizzata. C'è chi invece riesce a veggizzarsi anche se vorrebbe mangiare carne, credo. Forse sono loro quelli che a volte scassano, perché per loro è un sacrificio e gli rode, non saprei ò_ò

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    3. Per quanto riguarda la questione "chi ha cominciato a romper le scatole prima?", temo che in campo alimentare (come in tanti altri) la maggior parte della gente preferisca ingozzare il proprio ego cercando di convertire il prossimo che approfittare dell'occasione per imparare dall'alterità. ;-)

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    4. Io parlo delle uova prese dal contadino. Da quello che so mia nonna (che ha la campagna) non ha mai ammazzato pulcini maschi O.o Però sì concordo pure io che il reciproco convincimento non serve a niente e a nessuno (anzi)!

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    5. Beh, dipende da contadino a contadino. Se le uova le tiene per sé e per qualche conoscente è una cosa, se si tratta di produzione seria è un'altra questione. Lì le galline si fanno riprodurre e ai pulcini maschi va molto, molto male. Oddio, prima o poi andrà male anche alle galline >_>
      Poi a un certo punto si tratta di questioni di principio, a un livello che pare eccessivo pure a me. Diventa un 'non voglio sfruttare gli animali, gli animali non sono stati creati per il mio diletto/palato' che rifiuta qualsiasi tipo di utilizzo animale. Cioè, se io ancora abitassi vicino a mio nonno col suo bel pollaio, un uovo ogni tanto me lo farei volentieri. I vegani 'seri' invece rifiutano proprio l'idea dello sfruttamento, anche se le condizioni in cui sono tenuti gli animali sono più che decenti.
      Poi sì, ognuno faccia come preferisce e si sente. Anche perché alla fine abbiamo tutti mangiato carne fino a ben oltre l'età della ragione, con che faccia ci si dovrebbe permettere di mettere il naso nel piatto altrui?
      Certo, quando mi sventolano in faccia un pezzo di carne sanguinolenta e la fanno parlare... T__T

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    6. Mah senti, alle galline allevate per uso domestico, se sono da uova di solito capita di invecchiare al di là del limite di commestibilità. Il pollo che ci rifilano in macelleria è in realtà giovanissimo, sotto l'anno se non i sei mesi, (pensiamo a tutte le ipocrite campagne su non mangiare agnelli e capretti a pasqua) e le galline iniziano a deporre dopo quel periodo. Le nostre hanno sempre fatto finuccia, ma per colpa dei loro predatori naturali: volpi e faine...

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  4. Premesso che la cucina vegana può essere effettivamente appetitosa (certe sere a fine pasto mi accorgi di non aver mangiato niente di derivazione animale, specie se faccio il riso curry col latte di cocco per condire ceci e zucchine), io ho un odio totale per quelli che ti convincono che l'uomo NON E' ANTROPOLOGICAMENTE FATTO per mangiare carne: se solo si rendessero conto, oltre di aver superato abbondantemente la soglia del ridicolo, di quanto poco fanno per la causa vegana - anzi, fanno esattamente l'opposto - sarebbe un gran risultato. Do invece ragione a chi porta avanti le ragioni vegane in nome non tanto del rifiuto della crudeltà sugli animali, quanto sull'insostenibilità degli allevamenti intensivi.
    Cmq, finchè in italia mangiare un panino 100% vegan sarà impossibile, rinunciare a carne e latticini sarà una scelta di vita riservata solo a pochi convintissimo che, come diceva la nostra blogghista, hanno scelto di farsi un buciodeculo così per fare una torta al cioccolato.

    Detto questo, il paragrafo sulla maugeri andava intitolato "la benedetta parodiA del veganesimo" :D

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  5. Ho conosciuto i cuori di palma a dieci anni, durante una vacanza in Sardegna. L'albergo dove alloggiavamo li aveva fissi tra gli antipasti a buffet e io me ne innamorai. Tuttora se li trovo al supermercato (evento raro) li compro volentieri. Peccato il prezzo proibitivo e la quantità risibile. Di sicuro però non mi verrebbe mai in mente di usarli come surrogato di una vongola! °_°

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  6. La cosa incredibile è che i surrogati veg di cibi a base di carne, oltre ad essere prevedibilmente costosi, sono buoni e credibili: quando mia moglie diede un pezzo di cordon bleu valsoia al gatto, quello se lo mangiò senza battere ciglio!

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  7. Sono l'autrice di "Vongole felici" e mi dispiace di non essermi accorta prima di questa segnalazione, vi ringrazio anche se non soltanto è critica, ma contiene diverse imprecisioni che mi fanno dubitare della vostra effettiva lettura delle ricette citate e del libro.
    Troppa fretta?
    Primo, noi in comunione non solo con la mucca ma secondo la teoria quantistica, ogni particella in connessione con tutto ciò che esiste, animali compresi.
    Il tono non è new age, perché i riferimenti del libro, puntualmente segnalati, non si rifanno a questa corrente di pensiero ben precisa. Il libro si rifà ai principi dell'ecologia profonda di Thomas Berry, ecoteologo cattolico passionista. Il quale ha scritto un libro insieme al fisico Brian Swimme, in cui la storia della terra viene riesaminata nella sua realtà scientifica, alla ricerca di un nuovo mito da scrivere basato sulle nostre conoscenze attuali. Mi pare un programma di ricerca molto razionale.
    Considerando che abbiamo un pianeta ormai in rottamazione.

    Non avete nemmeno letto la ricetta che dà il titolo al libro... secondo voi "funghi immessi in una bivalva di pistacchio vuoto". La vongola felice è un pistacchio completo del suo naturale contenuto che viene tenuta a bagno insieme alle alghe per acquisire un aroma marino, e poi si prepara la pasta nel solito modo. La vongola felice sta al posto dell'infelice contenuto vivo.

    Sono le cozze alchemiche che si preparano in modo un po' più complicato perché si usano i gusci di noci brasiliane sbollentate in tè nero oppure carbone vegetale (coloranti naturali). Noci svuotate del loro contenuto (con cui si preparara una granella sostitutiva del parmigiano) e al loro posto si inserisce uno o due lupini, che anche nel colore richiamano gli infelici molluschi.

    Si tratta di piatti fatti per divertimento e non per regola, per dimostrare che nella cucina vegan non ci si priva di nulla.

    Per quanto riguarda i pop-corn, stanno lì per dare un'idea di strani animali marini che quando sono veri nel piatto non ci fa caso nessuno, non ha importanza chi in particolare sostituiscono. Invece il palmito sostituiva anelli di totano o calamaro. Ora preferisco usare anelli di porro o cipolla. In generale sono in continua sperimentazione. E anche gli onnivori gradiscono le mie novità. Anche quella dei popcorn nel piatto di pasta.

    http://www.cucinaecozoica.com/cucina-ecozoica/spaghetti-allo-scoglio-libero-con-valve-di-mandorla-anacardi-gamberi-e-altre-mie-trovate-di-mare-vegan.php

    I popcorn sono stati usati anche da Unocookbook come accompagnamento a piatto caldo, e non solo da lui, da quando ho pubblicato gli spaghetti allo scoglio vegan con popcorn ne vedo in giro sempre di più... per essere un'idea bislacca come tante altre idee combinazioni innovative di cucina ecozoica, vedo che si va diffondendo.

    Per la critica ai piatti di memoria invito a leggere la ricetta dei cotechini sorridenti:
    http://www.cucinaecozoica.com/cucina-ecozoica/cotechini-sorridenti.php

    Vi consiglierei una maggiore attenzione nella lettura dei testi che recensite, la critica va benissimo, ma dev'essere correttamente motivata. Nel libro trovate anche la spiegazione del termine 'ecozoico'. Il punto interrogativo segnala ulteriormente che il libro non l'avete nemmeno sfogliato.

    saluti ecozoici
    MaVi
    www.cucinaecozoica.com

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  8. Sono in attesa di una rettifica che immagino non arriverà mai, dato che la correzione degli errori toglierebbe un po' senso a questa recensione.

    Comunque aggiungo alcune precisazioni che riguardano i commenti a seguire:

    @ impossiball - "io ho un odio totale per quelli che ti convincono che l'uomo NON E' ANTROPOLOGICAMENTE FATTO per mangiare carne".

    Intanto non è bello odiare chi la pensa diversamente da noi (e magari ha pure ragione).

    Ci sono dati di fatto strutturali che suggerirebbero che l'essere umano in origine fosse frugivoro. Lucy, la nostra antenata più antica, è vegetariana. Quando eravamo ominidi vivevamo sugli alberi.
    La nostra dentatura e il nostro apparato digerente non sono da predatori carnivori. Mancano i veri canini-zanne (guardate la dentatura di un gatto e poi vedete se assomiglia alla vostra) e l'intestino non è un semplice tubo per rendere veloce una digestione molto acida, al contrario il nostro intestino presenta tantissime circonvoluzioni di sosta, indicate per un ruminante erbivoro.

    "hanno scelto di farsi un buciodeculo così per fare una torta al cioccolato"
    Non è vero, per fare un dolce vegan ci vuole esattamente lo stesso tempo che per fare un dolce onnivoro. Anzi, la moda delle torte ad acqua e dei dolci crudisti, che sono preparazioni semplici e veloci, è partita da casa vegan e ormai dilaga anche nei blog onnivori. Ognuno in cucina ci passa il tempo che vuole, a prescindere.

    @ minty - cuore di palma: "Di sicuro però non mi verrebbe mai in mente di usarli come surrogato di una vongola! °_°"
    La scarsa chiarezza di chi ha scritto l'articolo si rispecchia in chi commenta amplificando l'equivoco.
    La vongola felice è composta da un pistacchio con il suo guscio. Il cuore di palma lo usai solo nella prima versione dello scoglio vegan per sostituire qualcosa di simile ad anelli di totano-seppia.

    MaVi
    www.cucinaecozoica.com

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  9. A PROPOSITO DELLA CANCELLAZIONE DELLA PSEUDORECENSIONE SU "VONGOLE FELICI"

    Un classico, quando non si hanno argomenti si passa alla diffamazione. E alle censure unilaterali.

    Ovviamente sono molto addolorata. Anche perché questo spazio associa dolori e libri, mentre invece libri e lettura dovrebbero dare gioia, come le mie vongole. Aprire orizzonti, dare speranza. Non essere occasione di spargimento di fango.

    Rettifico ancora: non ho mai cercato di convincere nessuno a diventare vegan, mentre in molti mi insultano e cercano di convincermi che mangio in modo sbagliato. La mia buona salute è testimone del contrario. Vedo che lei ha una specie di mania di persecuzione vegana, mentre solidarizza per altre minoranze perseguitate, curiosa idiosincrasia. Stia tranquilla, il veganismo non si sta diffondendo per l'attivismo di una sparuta minoranza di rompiscatole (o non soltanto per), ma grazie all'OMS che pubblica dati sugli effetti cancerogeni dei cibi di origine animale.

    Un pensiero affettuoso alla sua nonna di Montorio, immagino stia sorridendo...

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    1. Le rispondo per dirle:
      1) Non nomini mia nonna
      2) Sappia che dopo fb, mail e vari commenti, mi pare di essermi confrontata abbastanza, per questo non le risponderò più, anche perché, si fidi, i suoi commenti, per larga parte, si commentano da soli.
      Buone cose.

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    2. Ci tengo ad aggiungere che NON SOLIDARIZZO con altre minoranze perseguitate, IO NE FACCIO PROPRIO PARTE. E questa è l'ultima cosa che mi vedrà scrivere a lei rivolta.

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    3. Oltretutto, ringrazi il cielo che l'autrice di questo blog non ha cancellato en masse tutti i suoi - ridicoli, francamente - commenti, pieni di link autocelebrativi al suo sito. Questo è puro spam e in singolare cattiva fede, come anche il suo commento sul conto della nonna della libraia. Mi sono sempre chiesta perché i vegani mostrino spesso molta empatia per gli animali e praticamente nessuna per le persone e i loro sentimenti.
      Da ultimo le faccio osservare una cosa: lei è una persona adulta che ha scritto un libro e lo ha reso pubblico. Dovrebbe essere consapevole che, in questo modo, si è esposta anche a critiche. Critiche con le quali può non trovarsi ideologicamente in linea, ma che deve accettare. Fino a prova contraria siamo in democrazia e non può costringere nessuno ad essere d'accordo con lei. Se le manca la maturità di accettare le critiche, specie se fondate (come in questo caso), semplicemente si astenga dal dare alle stampe i suoi prodotti.
      Cordialità.

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