sabato 7 marzo 2020

Dalla reclusione nascono i fior! DOBBIAMO stare a casa: rassegniamoci e impegniamo il nostro tempo in modo creativo. Otto libri e qualche autore che possono indicarci la via.

 Ebbene, ci ritroviamo reclusi a oltranza (o almeno dovremmo visto che ci sono anziani che organizzano feste danzanti e gente che si accalca negli impianti sciistici in barba alle disposizioni ministeriali).

Frame da "Il conte di Montecristo"
 Una settimana fa ci dicevamo abbastanza sicuri che “sarebbe stato impossibile fare una seconda settimana così”, ora inizia a profilarsi la quasi certezza che andremo avanti per parecchio.

 Dobbiamo scoraggiarci? Ebbene no. 

 Possiamo dimostrare di essere civili e intelligenti e seguire le disposizioni ministeriali contribuendo tutti a non far collassare il sistema sanitario.

Negli ultimi tempi pensare lo stato in modo collettivo non è stato il forte degli italiani, ORA dobbiamo cambiare.

 Una cosa che può indubbiamente aiutarci è pensare che, stranamente, (non in tutti i casi ovviamente), abbiamo del tempo nuovo da dover e poter impiegare in altro modo.

 Il primo modo che vi suggerisco è ovviamente leggere (anche perché la filiera dopo due settimane così sta collassando, figurarsi se continuiamo a oltranza): ordinate online (anche alcune librerie si stanno organizzando per la consegna a domicilio) o leggete libri che già avete in casa, se proprio avete il terrore di uscire oppure una scappata in libreria con la wishlist già pronta in mano che fate come al super e ficcate il necessario nella sacca di tela e poi tornate a casa (voglio dire, se tanto tocca andare a lavoro, tipo me, non saranno quei 5 minuti di corsa in libreria a inficiare ancor di più la situescion, però ecco andateci che magari già sapete cosa volete).

 Oppure, se proprio, se proprio non riuscite neanche a leggere e Netflix obiettivamente dopo un po’ dà la nausea o propone solo robe che non ci gustano, esiste anche la noia creativa. 

 Da situazioni di noia come queste nascono tante buone idee. 

 Pensate che questo stesso blog è nato in una situazione di noia e reclusione.

 Mi ero trasferita per la terza volta in una nuova città, abitavo in periferia, non avevo amici e lavoravo poco per una lunga e trista serie di motivi. Il tempo libero era una voragine che mi inghiottiva e deprimeva. Anche leggere a oltranza aveva perso il suo gusto e non vedevo, ve lo giuro, una via d’uscita.
"Chimami col tuo nome" è un film principe su come impiegare
del tempo infinito e noioso in modo creativo (in tutti i sensi)

 Così, nella noia, ho iniziato a fare disegnetti che non ne facevo da anni e mi sono detta: “Ma dai, apriamo un blog, almeno un paio d’ore di tempo giornaliere così le riempio”.

 E ora, fidatevi, se ne avessi il tempo ne potrei riempire il triplo. 

 Nella noia s’imparano un sacco di cose, se ne sperimentano tante altre, tante idee che sembrano senza senso germogliano e le situazioni eccezionali, in generale, possono cambiare una prospettiva sempre uguale. 

 Sembra un manuale di autoaiuto, ma credetemi che quelle robe le detesto, semplicemente, il tempo in qualche modo bisogna riempirlo, se pensiamo che peraltro ne disponiamo in modo limitato, il bisogno diventa proprio una necessità per sentirsi vivi.

 Ho quindi stilato un elenco di libri che col concetto di reclusione hanno qualcosa in comune (evitando volutamente libri come “Il diario di Anna Frank” perché quella reclusione e la nostra hanno ben poco a che spartire).

 Forza, che dai diamanti non nasce niente e dal letame nascono i fior!


SILVIO PELLICO E MARCO POLO ossia "trovare sfoghi alternativi alla propria iperattività":

 Poteva essere, in verità, un intero post su libri di prigionia, ma il nostro morale non ha proprio bisogno di cose del genere. 

 Tuttavia alcuni testi non potevano mancare, primo tra tutti, il pluricitato (ma da pochi letto): “Le mie prigioni” di Silvio Pellico.

 Beccato a cospirare contro gli austriaci, fu recluso per 10 anni nella fortezza austriaca dello Spielberg. 
 Quando ne uscì, scrisse questo memoriale che ebbe un grandissimo successo. Pellico racconta le asperità della reclusione, ma, al contempo, (essendo lui devoto cattolico), la fede che gli concesse di mitigare i suoi giorni cupi.

 Un altro che impiegò in modo fruttuoso le sue reclusioni fu Marco Polo

 Quest'uomo che aveva viaggiato a Oriente, visto e fatto cose incredibili, conosciuto personaggi straordinari, una volta tornato a casa, a Venezia, partecipò alla guerra contro Genova e venne fatto prigioniero.
 Mentre languiva in carcere dettò le sue memorie ad un altro carcerato, Rustichello da Pisa, ed ecco a voi "Il Milione". Quando uscì continuò i suoi fiorenti commerci.

 Gli iperattivi costretti in casa, se vogliono, possono trovare sfoghi alternativi alla propria iperattività. Un po' d'immaginazione miei cari!


IL CONTE DI MONTECRISTO ossia "la reclusione può insegnare molte cose se sappiamo usarla a nostro vantaggio":

 Posso vantarmi di averlo letto durante l'università, un autunno che mi era salito il trip dei classici francesi. 

Feci fuori la trilogia dei Tre Moschettieri e ingollai anche Il Conte di Montecristo (poi dici che i viaggi in treno non servono, li leggevo pendolando per ore).

 La storia, racconta le vicende del marinaio Edmond Dantès, ingiustamente accusato di essere un bonapartista (siamo durante la restaurazione) e arresato.

 Recluso in una prigione fortezza su un'isola, condannato a una prigionia a vita, lì conosce un altro prigioniero: l'abate Farìa. Con lui termina di scavare un cunicolo per la fuga, si istruisce, viene a conoscenza di un tesoro e ordisce il suo piano di vendetta totale per quando sarà fuori di lì. 

Purtroppo Farìa muore prima della libertà, ma Dantès dopo 14 anni riesce a fuggire. 

 Questa prima parte è quella forse più lenta, c'è poi un totale stacco che inizia con la descrizione di una Roma d'Inizio Ottocento e ci delinea lo stato dell'arte delle vite dei tre uomini che, per diversi motivi, congiurarono contro il povero Dantès.
 Poi d'un tratto, eccolo apparire, irriconoscibile: vampirico a causa della prolungata reclusione, con pelle bianchissima e aria esangue, freddo, calcolatore e in cerca di vendetta tremenda vendetta.
 Per la serie, la reclusione può insegnare molte cose se sappiamo usarla bene.


UNA STANZA TUTTA PER SE' ossia "ma non avevi quella cosa che volevi fare in casa da una vita, ma non trovavi mai il tempo di fare?":

Praticamente ogni casa ed.
ha una sua edizione
 Celeberrimo saggio di Virginia Woolf che spiega le (per l'epoca rivoluzionarie, e anche ora per troppa gente) motivazioni per le quali gli uomini hanno fatto la letteratura ben più delle donne. 

 Non c'entra l'intelligenza e neanche la disposizione d'animo, semplicemente le donne nei secoli sono state volutamente tenute nell'ignoranza, sfruttate come mogli e madri all'interno di una composizione familiare di stampo patriarcale che non concedeva loro nessuna libertà e nessuna realizzazione. 

 Per scrivere, ci dice Virginia Woolf, serve una stanza tutta per sé. Serve concentrazione, tranquillità, istruzione e qualcuno che ti tenga i figli o che faccia i mestieri di casa.

 Le scuole sono chiuse e non tutt* in questo momento possono avere una stanza tutta per sé, ma c'è chi ha figli grandi e chi non ne ha, (e sono parecchi), quindi perché non seguire il consiglio di Virginia e cercare di fare qualcosa di costruttivo in questa stanza tutta per noi con del tempo tutto per noi?


MORAVIA ossia "mi annoio e scrivo un romanzo d'esordio pazzesko e claustrofobico":

Stare chiusi in casa, un po' ad annoiarsi anche, è solo tempo perso? Non proprio. 

 Il giovane Alberto Moravia era un bambino, poi ragazzo, estremamente cagionevole di salute a causa di una tubercolosi ossea. 

 Aveva molto tempo libero che impiegò leggendo tantissimo. 

 L'idea de "Gli indifferenti" gli venne durante la convalescenza in sanatorio a Bressanone ed è, infatti, un romanzo claustrofobico, molto "casalingo" nel senso di chiuso tra quattro mura. 

 Se non siete stati costretti a leggerlo alle superiori come me, può essere un buon momento per recuperarlo. 

Secondo me non è un romanzo che si può capire appieno quando si è molto giovani (un contesto familiare borghese d'antan che va in frantumi non è proprio pane per i denti di un adolescente), ma da adulti, soprattutto se si ha una certa tendenza al conformismo, sì.


LA MONTAGNA INCANTATA ossia "se non ci immedesimiamo in un tizio recluso in un sanatorio ora, quando?":

Non farò la splendida, ancora non l'ho letto. 

Avevo questa esatta edizione qui
 I due grossi tomi che campeggiavano a casa dei miei non invogliavano molto alla lettura, come del resto non la invogliava la trama: il giovane ingegnere tedesco Castorp parte per le alpi svizzere per andare a far visita al cugino Joaquim ivi rinchiuso a causa della tubercolosi.

 Poco prima di ripartire dal sanatorio scopre però di averla contratta anche lui e rimarrà prigioniero della montagna incantata per ben 7 anni, prima in attesa di guarire, poi incapace di ritornare alla vita attiva. 
Nel mentre, una serie di personaggi, intellettuali simbolo della bella époque, sfilano davanti a lui prima di cedere il passo ad un nuovo tempo, tragico e spaventoso.

 Il tempo di leggere un capolavoro del genere non c'è mai (in inverno perché non c'è, in estate perché: dobbiamo proprio metterci a leggere Thomas Mann sotto l'ombrellone??) però adesso potrebbe essere un momento abbastanza incantato: certi libri si gustano di più se le contingenze ci mettono in una particolare disposizione d'animo, e se non ce l'abbiamo ora!


NOVECENTO e BIG FISH:

 Visti i seri problemi attuali delle varie crociere, il mio non è un consiglio di navigazione, ma di sola lettura. 

 Precisamente, una delle opere più conosciute di Baricco: "Novecento". Il famoso monologo sulla vita di Danny Boodman T. D. Lemon favoloso pianista nato, morto e cresciuto su un transatlantico impegnato in continue crociere. 

 La storia di questo pianista, talentuosissimo, ma incapace di affrontare la vastità del mondo circostante andrebbe accompagnato da una storia dal senso opposto, "Big fish" (conosciuto per il film di Tim Burton, ma tratto dall'omonino romanzo di David Wallace), in cui il ragazzo più talentuoso del paese, decide di andare alla scoperta della vita scoprendo che si può essere dei pesci grandi di uno stagno piccolo e al contempo dei piccoli pesci di uno stagno più grande, la scelta sta solo a noi.
 Rimanere a casa può anche darci il tempo per riflettere su quello che stiamo facendo: siamo pesci grossi o piccoli? E cosa vorremmo fare quando finalmente saremo fuori dal tunnel?

E voi avete suggerimenti? Cosa state facendo in queste luuuuunghe giornate? Io domani panifico (ho scoperto che mi piace fare il pane in casa!!) e continuo a fumettar!

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