lunedì 23 giugno 2014

Dimmi cosa leggi e ti dirò che facoltà farai. Parte II. Leggere il futuro universitario nei fondi della vostra libreria è possibile: filosofi, storici, artisti, medievisti e mooolti altri.

 Maturandi siete pronti a sapere che finaccia farete? Post universitari siete pronti a confermare che finaccia avete fatto?
 Ecco la seconda infornata di lettori facoltà per facoltà. Grazie al sistema italiano, peraltro, potrei andare avanti all'infinito.
 Let's go!

FILOSOFIA:
Essi si vedono così. Pensierosi, tormentati
possibilmente fascinosi
 Non ho frequentato Filosofia (che si sappia e si divulghi nella steppa), ma per vari motivi ho stanziato per un lungo anno in una facoltà di codesta nobile materia. Tale prolungato contatto mi ha permesso comunque di sviluppare una pervicace allergia ai laureati in codesta materia. I filosofi si ritengono gli ingegneri delle materie umanistiche. Essi, soprattutto nel periodo universitario, ritengono di possedere non solo una conoscenza superiore, ma di avere le chiavi del sapere e tutte le risposte ai problemi del mondo. In alternativa ritengono di sapere tutte le domande, che per loro è più o meno la stessa cosa, visto che sanno di non sapere.
Essi leggono moltissimo, ovunque, e pensano. Si appollaiano su qualsiasi finestra, cortile, scalino, davanzale e aula vuota a studiare e leggere i propri filosofi preferiti e pensano, pensano, pensano o discutono stile Parnaso. Heidegger era davvero un nazista? Le donne possono essere davvero delle filosofe? Chi sono? Dove vado? Dove andiamo? Grande hit degli ultimi anni è l'estetica, basta la parola per fare di te un fico (in alternativa l'epistemologia va sempre bene). Mai conosciuto uno studente di filosofia che dia le sue migliori energie a Parmenide, in compenso si stracciano i capelli davanti a Benjamin, Derrida e Foucault. Mode filosofiche, prossimamente sui nostri schermi.

LINGUE E LETTERATURE STRANIERE:
 Le studentesse (perché esistono anche studenti maschi, ma sono tipo la particella di sodio della Lete, soli e introvabili) di Lingue si dividono in due fazioni avverse e in perenne lotta tra loro.
 Le linguiste vere: costoro leggono come delle pazze, qualsiasi cosa. Non solo ma lo leggono SOLO in lingua originale e ci tengono a sottolinearlo. Per loro leggere qualsiasi autore in lingua originale vale doppio, che la traduzione perde, trasforma, inquina e via dicendo. Inutile spiegar loro che va bene tutto, ma non possiamo sapere correntemente il tedesco, il francese e l'inglese in contemporanea solo per avere il piacere di gustare il vero verbo della letteratura originale. Generalmente e paradossalmente leggono poco in italiano o autori italiani. Mai capito se per snobismo o perché se è troppo facile non c'è gusto.
La studentessa tipo di "economia del turismo":
 E' vero, esiste questa fiorente categoria di studentesse che vuole generalmente lavorare nel turismo, sposarsi e figliare like coniglio appena dopo la laurea. Esse studiano tantissimo e in modo diligente (esse provengono anche quasi tutte dallo psicopedagogico), e hanno anche medie più che rispettabili, tuttavia, chiusi i libri universitari si spalancano le porte del nulla. Può darsi siano dedite a Fabio Volo o saltuariamente a qualche romanzetto Newton o Garzanti che prestano loro altre amiche e colleghe, ma si tratta di frequentazioni sporadiche. Perché anelino specificatamente lavorare nel turismo non l'ho mai capito.

SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE/SCIENZE POLITICHE:
Essi si sognano un po' tutto, giornalisti e politici, assistenti
di politici e esperti di radio e tv. Mah
Due facoltà accomunate dallo stesso destino: tutti hanno pensato almeno una volta di farle, nessuno sa precisamente cosa caspita si studi, cosa si faccia dopo e soprattutto a cosa ti preparino. 
 Nel gran mescolone dei loro esami, gli scienziati della comunicazione trovano delle affinità, che non riconosceranno mai, con i sociologi, visto che ormai i mass media sono il mezzo principale per comprendere le masse. 
 Amano morbosamente McLuhan e "La società dello spettacolo" di Debord, non ho mai capito in che modo sperino di diventare dei giornalisti, ma molti covano questa palese ambizione e nel frattanto scartabellano le vite dei giornalisti celebri. 
 Più fumosi gli studenti di scienze politiche il cui ruolo mi sfugge da sempre. Chi è che non ha avuto l'amico indeciso su cosa fare del proprio futuro che, nel dubbio, è stato inghiottito dal gorgo di scienze politiche per poi riemergene con una laurea dalle dubbie connotazioni? Se il loro interesse per la materia è sincero e premeditato essi saranno dei grandi appassionati di geopolitica e ciuccieranno libri di Kissinger, storia della Cina e dell'India, tomi sui rapporti internazionali (must: "Storia delle relazioni internazionali" di Di Nolfo) e la sempre amata Europa (sogno poco velato dello studente di scienze politiche: lavorare al parlamento europeo).

STORIA DELL'ARTE/ACCADEMIA D'ARTE:
L'amabile rapporto tra le due categorie è ben visibile nel film
"Colpo d'occhio" con Rubini critico d'arte e Scamarcio artista.
Dico solo che ci scappa il morto.
Precisando che essi sono come la mangusta e il formichiere, in perenne lotta tra loro e convinti vicendevolmente che l'altro sia il male, sono almeno accomunati da un unico amore: l'arte. 
 Entrambi leggono libri di storia dell'arte, biografie d'artisti, collezionano monografie e cataloghi in modo ossessivo e hanno un pantheon di artisti che venerano e di cui cercano con cura saggi da collezionare e rileggere nei momenti bui. Se gli aspiranti artisti cercano nei loro idoli ispirazione per sconfinare quasi sempre nell'emulazione molesta, gli storici dell'arte si buttano a pesce in qualsiasi libro di critica d'arte. 
 Dimentichi di aver intrapreso la facoltà perché appassionati di Michelangelo e Raffaello, si scoprono critici d'arte aspiranti filosofi e iniziano a ingollare qualsiasi testo di critica d'arte per sconfinare nel parnaso dei colleghi di filosofia, che li considerano con sufficienza (e con altrettanta sufficienza sono ricambiati). Il must assoluto è "L'opera d'arte nell'epoca della riproducibilità della tecnica", per il resto, qualsiasi cosa mostri oggetti incomprensibilmente piantati in una sala o abbia la parola estetica dentro va bene.
Postilla: esiste un filone di storiche dell'arte praticamente gemello delle linguiste del turismo. Studiano diligenti la loro materia, prendono voti alti, non leggono, si laureano e si sposano. Punto.

STORIA:
 Numerosi e afflitti dalla medesima domanda che macigna tutti gli iscritti ad una materia umanistica di non facile impiego commerciale (ossia "Ma poi che lavoro fai?"), gli studenti di storia leggono molto, generalmente nell'ambito del periodo storico di loro interesse. Se gli studenti di storia romana, greca e antica in generale sopiscono, nascosti come mummie, iperattivi sono quelli del periodo medievale, ma soprattutto contemporaneo. 
I primi, generalmente appassionati di fantasy sognano da una vita di poter studiare la fonte delle loro passioni: il medioevo. Castelli, dame, cavalieri e templari fino a quel momento rinchiusi in saghe come "Il signore degli anelli", prendono vita nelle appassionanti e interminabili monografie sulla vita nel medioevo. La loro libreria è in genere un cortocircuito che mixa Le Goff con Martin, Duby con Terry Brooks, tutti uniti sotto la grande egida di un mondo forse senza magie, sicuramente senza tecnologie.
 I secondi, sono in genere molto molesti.
 Gli studenti di storia contemporanea sono i peggiori infestatori dei collettivi universitari, i più attivi volantinatori di Lotta Comunista, i più ferventi richiedenti il tuo numero di cellulare per renderti partecipe della prossima riunione per fomentare le folle proletarie contro il capitalismo. Hanno una conoscenza enciclopedica degli anni '70 che rimpiangono a posteriori e che tentano di assorbire in ogni modo tramite la lettura continua di libri sull'epoca. Sanno tutto sul sequestro Moro, brigate rosse, stragi rosse e stragi nere, depistaggi di stato e ristampe anastatiche. Casa editrici favorite in assoluto: la Derive Approdi, Manifesto Libri, Editori Riuniti (per i classici).

11 commenti:

  1. Magari gli studenti di filosofia leggessero di tutto e tanto! La maggioranza studia in modo nozionistico solo per passare gli esami e atteggiarsi... Pensano di sapere tutto per questo non leggono! Io ho scelto estetica perché ho fatto il liceo artistico ed essendomi innamorata della filosofia volevo approfondire in quel campo ma ho finito per l'approfondire il teoretico e altro in generale. A me spiace tantissimo non aver trovato quasi nessuno davvero appassionato alla materia, solo una ragazza, ed è stato un vero miracolo :)

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    1. Vero, verissimo! La maggior parte se ne vanno in giro a parlare in un'altra lingua vantandosi di letture che avrebbero ipoteticamente fatto, solo che se li ascolti bene ti accorgi che ripetono a memoria il prof o un qualche libro di testo inserendo parole arzigogolate ad muzzum... Avendo fatto anche io il liceo artistico (siamo una specie rara e in via di estinzione) ti capisco perfettamente! :)

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  2. Dopo quanto hai scritto su filosofia, trovandomi perfettamente d'accordo, capisco che, il motivo per cui non ho continuato tale facoltà (oltre alla domanda: e poi che me ne faccio di questa laurea?) è certamente da ricercarsi nel mio disprezzo per tutto ciò che contenga le parole Estetica o Epistemologia... Mi sa che ho sbagliato fin dall'inizio. Però leggo tanto, di tutto e penso troppo, questo si. ^_^

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  3. Sono laureata in Scienze Politiche e condivido i tuoi dubbi sul mio ruolo :P in origine, propendevo per Lettere o Lingue, ma poi sono stata folgorata sulla via di Damasco dagli scritti di Che Guevara , poi metti la passione per la storia, la mia tendenza a voler mettere pace tra le genti, un pizzico di curiosità verso le culture "altre" e la psicologia delle masse, e sono caduta nel gorgo delle relazioni internazionali e diplomatiche. Ho incontrato tre tipologie di studenti di s.p. : i giornalisti in erba, gli attivisti politici e i "tuttologi" (nel senso pseudo-buono del termine: gente che ha interessi vari e non riesce a decidersi su quale via prendere, così nel dubbio si tuffa nel calderone; io appartengo a questa, ahimé!).
    Approfitto del commento per rinnovarti i complimenti per i blog: continua così!

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  4. Sono laureata in filosofia e durante l'università - oltre ai libri per i corsi - leggevo praticamente soltanto romanzi inglesi dell'Otto/Novecento e Fantascienza.
    E tuttora rimangono le mie lettture preferite...
    :-)

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  5. Da quasi ex studentessa di lingue confermo, le studentesse di lingue leggono tantissimo, volente o nolente xD Però non leggono solo in lingua, leggono anche in italiano per poi potersi lamentare della qualità della traduzione. E di solito protestano perchè il loro amato libro di filologia ugrofinnica non è facilmente reperibile nelle maggiori librerie..

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  6. Ho riso un sacco sulla facoltà di Lingue, perché effettivamente le mie colleghe del pedagogico erano esattamente così: Fabio Volo prima di tutto, oppure direttamente Harmony a tutto spiano!

    Io sono laureata in Storia dell'Arte.... con tesi in Critica d'Arte! XD
    Gli artisti si tende a classificarli, brutto ma vero, mentre la rivalità con i filosofi è relativa. Ovviamente loro, studiando estetica, credono di sapere tutto e da lì parte la competizione.

    Grazie al cielo leggo anche altro, oltre a quello che hai citato, altrimenti mi sparerei!

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  7. ecco lo sapevo manca Architettura!

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Laureato di comunicazione dei media e confermo quanto dici.
    Chiaro, se vuoi ti posso spiegare nel dettaglio cosa ho studiato e le applicazioni della mia laurea nell'ambito lavorativo, ma so che tutti quelli che si ISCRIVONO non sanno minimamente perchè lo fanno, anzi spesso lo fanno perchè sentono dire che è "facile" e luoghi comuni simili.

    In italia questa laurea andrebbe riformata e resa più specifica a seconda del settore (è un po' come dire "studio ingegneria", si ma di cosa? edile, elettronica, informatica...? in Italia attualmente si studia comunicazione "in generale" che ha lo stesso nonsense di studiare ingegneria "in generale"). Ma nonostante questo la colpa è delle idee confuse degli studenti più che della laurea in sé, perchè le possibilità di specializzarsi in un settore preciso esistono ma nessuno (paradossalmente anche quelli che studiano queste cose) è interessato ad approfondire.

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  10. Sono una studentessa di lingue e letterature straniere che ha scelto di addentrarsi nel meraviglioso e spinoso mondo delle lingue slave, pieno delle sue S dure e dolci, delle sue vocali lunghe o iotizzate e di tutti i suoi adorabili riccioli grammaticali che personalmente AMO!
    Ahimè trovo pochi libri in russo o polacco. Nel caso di quest'ultimo prediligo le poesie della Szymborwska, che oltre a essere bellissime si possono trovare in una deliziosa versione con testo a fronte... tanto amore!
    Il russo è un po' più problematico. Devo affidarmi il più delle volte a internet o ai mercatini ben forniti (Ho un Cechov in cirillico che troneggia fiero nella mia libreria).
    Ciò che per me va assunto rigorosamente in lingua originale? Film e Serie TV. Utilissime per affinare la pronuncia e l'orecchio.
    Io sono fiera della mia scelta e dell'università che frequento, però a volte sono preda di un grossissimo sconforto quando osservo e\o parlo con alcune mie colleghe. Molte di loro non sono state prese a medicina\architettura\giurisprudenza e hanno deciso, così per far passare le giornate, di iscriversi a lingue e occupare spazio vitale durante le lezioni. "Che ti frega" mi direte voi. Provate a non bestemmiarle durante una lezione di inglese seguita da 200 persone, di cui il 70% è composto da codeste giulive donzelle, poi ne riparliamo.

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