martedì 31 marzo 2015

Rotta su BookPride 2015, una visita di sommo accattonaggio alla fiera del libro più hipster che l'Italia ricordi. Un fumetto di inquietudini interiori e figuracce.

 Nel mio ormai instancabile volteggiare per fiere del libro, domenica sono andata infine anche al celebre BookPride, la fiera del libro indipendente che più indipendente non si può.
  Purtroppo, visto che ultimamente sto facendo una vita insensata di cui sta risentendo anche la regolarità del blog, non sono riuscita a stare moltissime ore e così ho perso qualsiasi incontro possibile. Me ne dolgo molto, provvederò il prossimo anno.
 In compenso è stato il momento in cui ho deciso di seppellire la mia ritrosia e di lanciarmi nelle pubbliche relazioni editoriali allo scopo di entrare in possesso dei libri da me desiderati.
 Diciamo che i risultati sono stati alterni, ma potrete vederlo da soli nel mio fumetto reportage "BookPride 2015" o anche "Dell'accattonaggio".
Buona lettura!






12 commenti:

  1. Ti seguo da un bel po', in silenzio, ma mi sorge un dubbio terribile.
    Datosi che le persone son persone e i miei amici non mi è mai venuto in mente di classificarli in base alle preferenze sessuali che purtuttavia son diverse e multiformi, sarei tentata di far lo stesso con i libri. Oddio, so bene che esistono i generi, che so, giallistica, fantasy, saggistica, arte, ma in sostanza io li distinguo in bei libri e brutti libri.
    Ora, che diancine è l'editoria gay? E in base a cosa la si classifica in questo modo? E ancor più, che santa pace di contenuti dovrebbe avere l'editoria lesbica?
    E perché mai qualcuno dovrebbe comprar libri in base alle proprie preferenze sessuali e non in base ai propri gusti letterari?
    Sono davvero interessata all'argomento, visto che sono una lettrice accanita ed esploro con piacere nuovi orizzonti.

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    1. Allora, nel caso della Playground è proprio una casa editrice che ha un catalogo specifico per un determinato pubblico. Un conto è fare una determinazione di un certo tipo in libreria (cioè scegliere noi arbitrariamente che un libro, per nostro pregiudizio, va in una sezione, tipo ficcare il fantasy nei ragazzi), un conto è che l'editore, cercandosi una nicchia di mercato, decida di fare un determinato tipo di libro. La Playground è una casa editrice che pubblica quasi solo storie gay per scelta personale dell'editore e del target, quindi si può classificare come casa editrice gay, come ad esempio la Milena edizioni, ha una collana specificatamente Lgbt (una collana però non tutta la casa editrice). Sono casi particolari però.
      Quando parlo di editoria lesbica, parlo di libri a tematica lesbica o ad esempio libri come quelli della Holt, che scrive gialli nordici, ma la sua investigatrice è lesbica. All'estero è molto più comune trovare storie di questo tipo, in Italia stiamo ancora che se devo fare una bibliografia per la libreria, mi tocca cercare per sedicimila siti diversi e scoprire che la gran parte dei titoli sono ormai fuori commercio.
      Il motivo per cui si sceglie di comprare (alcuni) libri in base alle proprie preferenze sessuali, sono puramente di gusto personale. Ogni tanto, come mi piace vedere un giallo o un horror, mi piacerebbe leggere un giallo o un horror o una storia qualsiasi con una protagonista lesbica, un po' per identificazione, un po' per leggere che so una storia d'amore tra due donne e non necessariamente tra il ruvido commissario e la fimmina col vestito a fiori.
      Non è che mi metterei a leggere solo libri a tematica lesbica, ma sai, uno ogni venti, ci sta. All'estero i libri per pubblico generalista (o per target specifico) con personaggi o storie gay sono molto diffusi, in Italia, al solito, i gay hanno quasi solo storie drammaticissime (con onorevoli eccezioni tipo Bianchini o Matteo B. Bianchi) o le lesbiche devi cercarle col lanternino o alla categoria vengono relegati personaggi di contorno, un po' fiction style.
      Nella realtà non è così, un po' di immaginazione scrittori e un po' di coraggio editori!

      (Comunque io li cercavo per recensirli per LezPop quindi avevo un intento specifico che esulava prettamente dai miei gusti personali e si riferiva appunto a un pubblico specifico ;) ).

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    2. Questa è una domanda che mi è sempre sorta e che non ho mai fatto, probabilmente perchè non conosco lettori che non siano etero, o almeno credo.
      Ma trovandomi a leggere di protagonisti gay (un normalissimo giallo), trovavo che il mio spirito di immedesimazione fosse un tantino minato nei momenti di intimità. Cerco di spiegarmi meglio: odio i romanzi rosa, ma piccole scene di intimità all'interno di altri generi mi piacciono, spesso perchè ci si innamora del protagonista e quindi ci si immedesima un po' nelle donne che lo conquistano e viceversa. Con il libro con protagonisti gay questa identificazione reggeva bene nel corso della narrazione ma mi veniva un po' a mancare nei momenti intimi perchè il corteggiamento avveniva fra due uomini e non è che mi infastidisse ma mi trovavo presa in contropiede. Sai, come quando sbagli a mettere lo zucchero e metti il sale, poi mangi convinta di avere usato lo zucchero e ti trovi spiazzata (che paragoni!!).

      Quindi, per venire al dunque: tu riesci a immedesimarti altrettanto nei libri con coppie etero che in quelli con coppie gay/lesbiche? Riflettevo che, magari il mio straniamento dipendeva solo dalla novità della cosa, ma boh.

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    3. Ho letto la Sajetti e devo dire che sono rimasto perplesso. Mi è venuto in mente il paragone con le opere pensate per gli adolescenti perché il protagonista è adolescente. Lette poi da tutti, ormai usciti dall'adolescenza (?).

      Da una parte penso che gli autori (di qualsiasi orientamento sessuale) e gli editori dovrebbero osare di più, dall'altra penso che rifugiarsi in una nicchia è perdente in partenza. Si può discutere quanto si vuole, ma i "non etero" sono una minoranza. Se poi pensiamo che quelli che leggono in Italia sono ancora meno, capisci che pubblicare un libro per 10 lettori non lo vuole fare nessuno. Un mero motivo economico. Il motivo culturale è che non siamo lettori.

      L'unica speranza di vedere personaggi non etero nei libri può esserci solo se l'opera è "generalista", ovvero se è pensata "per tutti", come Il senso di Smilla per la neve, appunto.

      Comunque un protagonista sessualmente non convenzionale, ancora una volta, ce lo dà la fantascienza. Un autore italiano autopubblicato:

      https://ilcomizietto.wordpress.com/2012/03/28/ebook-altri-robot/

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    4. Perché date per scontato che le storie gay le leggono solo i gay? Mica le storie d'amore le leggono solo gli innamorati, i gialli solo i poliziotti e gli horror solo i...boh, i fantasmi.
      Io da etero adoro le storie gay e vorrei leggerne di più, semplicemente perché 1. di quelle etero ce ne sono tante da stufare, 2. sono meno viziate, come già detto, da stereotipi letterari e non: per esempio, in un romanzo scritto da un uomo, la donna sarà il 99% delle volte dolce e salvifica "modello madre" o sensuale e deleteria "modello vampira".
      Inoltre, a me l'immedesimazione non crea proprio nessun problema. Non è che leggendo una storia etero mi immedesimi automaticamente nella donna, anzi, è più facile di no, visto che i personaggi femminili mi stanno spesso antipatici (e sono stereotipi di genere).

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    5. Allora, mi pare un argomento su cui si possa dissertare in un post ben costruito, che qui di commento in commento spiegarsi è difficile. rimanete sintonizzati.
      Per quel che riguarda la Sajetti, ho trovato il suo libro penoso e il fatto che venga sempre citata in qualità di bestia rara dà una misura di quanto avremmo bisogno di qualche BUONA storia con protagonisti Lgbt.

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  2. Grazie per il tuo resoconto, finora il più credibile che ho letto su BookPride! Sull'editoria lesbica, permetto di linkare un'intervista a Sarah Sajetti pubblicata su Bibliocartina qualche tempo fa. Spiega bene a mio parere, a chi non si è mai posto il problema, l'importanza di un'editoria lesbica: http://www.bibliocartina.it/sarah-sajetti-collana-ql2-editoria-lesbica/

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    1. Io non riesco a trovarne altri, cosa dicono? Comunque per me, punto altissimo e per ora insuperato rimangono le prime edizioni della fiera per la piccola e media editoria di Roma (le prime perché da quando mi sono trasferita e lavoro in libreria non riesco più ad andarci che Dicembre non è proprio il mese delle fiere per chi lavora nel commercio..)

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    2. Per esempio mi è sembrato molto parziale e molto poco credibile quello pubblicato su Linkiesta, che fa un'intervista agli editori senza dire che erano anche gli organizzatori:
      http://www.linkiesta.it/book-pride-editoria-milano-legge-levi

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  3. Mi associo al commento di "La perfezione stanca" e vado a vedere l'intervista di Flores.

    Ma non ho capito una cosa: tu dicevi che avresti fatto una recensione ad un libro X sul tuo blog dal nome che fa ridere e l'editore te lo ha dato "aggratis"?! Se è così, l'anno prossimo vengo anche io. :-)

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  4. Quello che non capisco io è perché Minimum Fax sia diventato l'editore di riferimento di hipster e modaioli alternativi, ma vabbè.
    Il problema è che con me certe cose funzionano al contrario, e proprio perché so che MF è 'di moda' e 'alternativa', ora guardo ai suoi libri con enooorme sospetto :P
    In una fiera così hipster non mi ci avrebbero trascinata neanche sotto tortura XD

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  5. Ti ringrazio molto della spiegazione. Mi hai aperto un mondo. O meglio, mi hai messo una pulce nell'orecchio. Spiego in che senso: io amo moltissimo la Holt e ho letto tutti i suoi libri, trovandoli belli e intensi, in particolare quelli dell'investigatrice lesbica. Solo che non l'avevo catalogata come editoria lesbica, non l'avevo Indentificato altro che giallo. Proprio non me ne sono accorta, perché mi è sembrato uguale avere a che fare con una investigatrice etero o lesbica. Non ci vedo differenze, mi identifico benissimo. Sono semplicemente una parte del mondo.
    Ma sai cosa mi rende felice? È che questi non sono libri di nicchia, magari un po' sfigati, ma sono libri con la L maiuscola, anche loro parte del mondo dei libri, uguali e diversi nel senso migliore.
    Io auguro a tutti/e che sia così per tutte le cose e tutte le persone, uguali e diversi. Un affettuoso abbraccio, libraia giovane.
    E a quelli che non hanno il coraggio di chiedere quando non sanno una cosa, auguro di trovarlo, il coraggio, perché spesso le persone son più cortesi del nostro immaginario e a chiedere rispondono e vi danno spiegazioni.

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